La sentenza e poi quelle lacrime. Le prime ore in carcere di Stasi

Dopo la condanna l'arrivo a Bollate. Il direttore: "Sembrava molto provato, ma era tranquillo"

La sentenza e poi quelle lacrime. Le prime ore in carcere di Stasi

Non è stata una scelta improvvisata quella del carcere di Bollate. Alberto Stasi aveva ben chiaro il rischio che venisse confermata la sua condanna per il caso di Garlasco. E quindi aveva già pensato in anticipo al penitenziario, ritenuto un modello tra quelli italiani.

Si è consegnato dopo la conferma, quando i legali gli hanno fatto sapere di cui sedici anni di condanna, chiamando da Roma. "Quando è arrivato sembrava molto provato - racconta al Corriere della Sera il direttore, Massimo Parisi -, ma tutto sommato era tranquillo".

Un colloquio con il responsabile educativo, poi verso la

cella, che condividerà con altre due persone. Ha pianto Stasi, quando ha saputo della condanna, che continua a ritenere ingiusta. Lo stesso punto di vista dell'amico e avvocato Fabio Giarda, incredulo. "Una cosa allucinante".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica