Dall’inizio dell’emergenza coronavirus si discute su quanto tempo il microrganismo possa resistere, e quindi essere pericoloso, sulle superfici. Secondo dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità, la durata della vita di questo nemico invisibile varia dal tipo di materiale su cui si deposita: sulla plastica, ad esempio, può resistere fino a 72 ore mentre sull'acciaio inossidabile fino a 48 ore e sul cartone fino a 24. Resistenza decisamente minore sui materiali in rame dove è stato osservato un abbattimento completo dell'infettività dopo 4 ore.
Da questi numeri si evince quanto sia importante compiere una perfetta sanificazioni degli ambienti, come luoghi di lavoro, negozi e mezzi pubblici, per evitare la diffusione del virus. L’attenzione, se possibile, oggi deve essere ancora più alta in quanto siamo entrati nella "fase 2", un delicato periodo nel quale si tenta di ripartire, seppur con la massima cautela, con la vita quotidiana bruscamente interrotta sul finire dello scorso febbraio.
Oggi per combattere il coronavirus, fermandone la sua avanzata, esiste un’arma in più. Come racconta Il Giorno, la Bpsec, società che fornisce servizi avanzati per l'ambiente e la sicurezza con sede a Magnago, in provincia di Milano, è riuscita ad ideare un particolare tampone capace di rilevare la presenza del microrganismo proprio sulle superfici.
In pratica, un passo avanti alla sanificazione in quanto riesce ad individuare con esattezza dove si trova il virus."Il nostro tampone può essere usato in un ampio spettro di casi: dalle officine alle palestre, dalle aziende agli uffici", ha spiegato Daniele Barbone, fondatore e direttore generale di BPSEC nonché presidente dell'Agenzia del Tpl di MIlano, Monza, Lodi e Pavia.
Uno strumento che potrà risultare particolarmente efficace per individuare con accuratezza ogni minima traccia del coronavirus. Eppure la messa a punto del tampone è stata relativamente semplice. Come ha spiegato ancora Barone, ci sono voluti soltanto 10 giorni per realizzarlo in quanto il test per le superfici funziona esattamente secondo la stessa tecnica del tampone orofaringeo che si effettua sulle persone. "Avendo noi sfruttato una tecnica già validata- ha aggiunto- non abbiamo avuto bisogno di attendere altre autorizzazioni scientifiche". Il tampone, ha sottolineato il fondatore della Bpsec, è nato "dall'unione di microbiologia, biologia e Information Technology". Ma la rapidità con la quale si è collaudato lo strumento è legata anche alla collaborazione tecnologica con l'azienda londinese Hyris.
Il tampone è una sorta di cotton fioc sulla cui sommità è presente un liquido capace di assorbire il materiale organico eventualmente rinvenuto sulle superfici. Dopo averlo passato sui materiali va portato in laboratorio dove lo si custodisce a meno 20 gradi. Il materiale, infine, deve essere analizzato entro 12 ore. Ma, come puntualizza Barbone, vi è un problema: il reperimento sul mercato dei liquidi reagenti. Questi prodotti, infatti, non sono semplici da trovare.
Ciò potrebbe causare difficoltà e ritardi nella lotta al coronavirus. Una eventualità da scongiurare soprattutto se si tiene conto che con la riapertura delle attività e l’allentamento delle restrizioni sugli spostamenti aumenta il rischio di nuovi focolai di coronavirus.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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