Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, ha ribadito ancora una volta che il coronavirus fa meno paura rispetto a prima e che l’idea di una nuova chiusura sarebbe inutile. “Il virus oggi fa meno paura e una nuova chiusura sarebbe davvero inutile. Con questo virus dovremo imparare a convivere, ma senza creare troppo allarmismo. La situazione sanitaria e ospedaliera è meno grave rispetto ai mesi del lockdown” ha sottolineato il professore sulla sua pagina Facebook.
Una nuova chiusura sarebbe inutile
Che vi possano essere delle previsioni di crescita dei contagi, dovute al rientro dall’estero, dalle vacanze ormai al termine e dall’aumento numerico dei tamponi effettuati, non lo mette certo in dubbio. I contagi, ammette l’infettivologo, saranno destinati a crescere, ma quello che è davvero importante comprendere, e che più volte Bassetti ha voluto rimarcare, è che essere contagiati non vuol dire essere malati. I ricoveri, come ricordato dall’esperto non sono aumentati. Solo una loro eventuale crescita potrebbe costituire un’emergenza. Ma questo non sta avvenendo. L’unico modo per cercare di evitare che anche i positivi possano aumentare è quello di continuare a seguire le regole. Indossare le mascherine nel modo corretto, igienizzare spesso le mani e mantenere il distanziamento evitando gli assembramenti, queste sono le uniche cose da fare. Come spiegato da Bassetti un nuovo lockdown non servirebbe a nulla e non vi è nessuna ragione concreta che possa far pensare che chiudere tutto possa essere la decisione giusta da prendere.
Evitare inutili allarmismi
Oggi, come sostenuto da Bassetti e da altri colleghi, per esempio il professor Zangrillo, la situazione è molto differente rispetto a prima. Neanche paragonabile ai mesi di marzo e aprile. Adesso in Italia ci sono molti positivi asintomatici e chi contrae il coronavirus difficilmente si ammala automaticamente, e comunque non in gravi condizioni. Bassetti, padre di due bambini, ha parlato anche della riapertura delle scuole: “Sembra una malattia diversa, probabilmente perché siamo diversi noi: la intercettiamo meglio, siamo diventati più bravi a trattarla. E anche la carica virale sembra diminuita. Mi auguro che alcune decisioni politiche non siano preambolo per non far fare tornare i nostri figli a scuola. Questo sarebbe il fallimento di un paese civile e democratico. Non posso neanche pensarci un istante. Questo è un virus con cui dovremo imparare a convivere, rispettandolo e rispettandoci. Starà con noi ancora per molto.
Bisogna imparare a rispettare il distanziamento sociale, evitare gli assembramenti, restare a casa quando si hanno sintomi influenzali, lavarsi spesso le mani. Sono regole basilari ma senza tutto questo allarmismo”. La speranza è che chi deve decidere faccia la scelta giusta e non metta l’Italia più in ginocchio di quello che già è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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