Coronavirus, Boccia: "Autogrill aperti per i camionisti, Paese già al minimo"

Il ministro per le Autonomie Francesco Boccia ha spiegato che non si può bloccare tutto per il coronavirus perché ci sono lavori che permettono a tutti di vivere

Coronavirus, Boccia: "Autogrill aperti per i camionisti, Paese già al minimo"

Le misure restrittive in vigore in Italia per il contenimento dell’epidemia di coronavirus sono "già al massimo possibile" tanto che sarebbe impensabile e di difficile attuazione l’adozione di nuove e più stringenti norme come, in pratica, quelle attuate nella provincia cinse dell’Hubei. A pensarla così è il ministro per le Autonomie Francesco Boccia in collegamento con il programma di Canale 5 "Live - Non è la d'Urso".

L’esponente del Pd ha spiegato che tutto quello che doveva essere fatto per contrastare l’espansione del coronavirus è già stato compiuto ma bloccare del tutto ogni settore è impossibile in quanto "il 10% che sta funzionando consente a noi di vivere, non arriverebbe il cibo nelle case, gli ospedali non avrebbero i materiali di cui hanno bisogno che invece stanno arrivando perché qualcuno li produce e qualcuno li trasporta".

"Io penso che il Paese sia in questo momento con la velocità minima possibile- ha continuato- poi se c'è un'impresa un cantiere, un'area che va circoscritta sempre di più si può capire ma stiamo parlando di qualcosa che non incide sul resto del Paese", ha aggiunto. Boccia, in aperta polemica con chi in queste ore sta chiedendo il blocco totale di ogni singola attività e l’isolamento a casa per tutti i cittadini per fermare il coronavirus, ha ricordato che esistono lavoratori che con il loro sacrificio stanno permettendo al Paese di andare avanti.

Tra questi vi sono i camionisti e gli autotrasportatori che fanno arrivare i materiali in ogni angolo d’Italia. Per questo non è ipotizzabile neanche la chiusura degli autogrill. Boccia ha sottolineato che qualcuno nei giorni scorsi si era spinto a chiedere la chiusura di queste strutture. "Gli autogrill non li abbiamo lasciati aperti per far andare la gente a fare scampagnate. I camionisti hanno hotel chiusi e ristoranti quasi tutti chiusi. Se fanno mille km e dormono in cuccetta devono poter avere servizi igienici, un panino. Non si può chiudere tutto, il 10% serve per chi deve lavorare e sta facendo un lavoro straordinario".

Il ministro per gli Affari Regionali, nel corso della trasmissione, ha sottolineato che lo spirito di comunità che sta venendo fuori in questo difficile periodo "dà il senso di un Paese che sarà più coeso. Abbiamo concordato con il governatore Fontana che altri 200 posti di terapia intensiva saranno disponibili dalla prossima settimana.

Bisogna dire grazie alle Regioni più piccole e povere che hanno consentito a 46 lombardi di curarsi fuori dalla Lombardia. Non vorrei più sentire polemiche da nessuna parte, tutti teniamo alla Lombardia, tutta Italia".

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