Coronavirus, lo sfogo duro della Gismondo "Il test Event a cosa è servito?"

La virologa chiede perché non siano state seguite le indicazioni riportate nei documenti stilati dopo le esercitazioni per le emergenze come quella del 2019 che simulava una pandemia da coronavirus

Coronavirus, lo sfogo duro della Gismondo "Il test Event a cosa è servito?"

La direttrice del laboratorio di microbiologia dell’ospedale "Sacco" di Milano, Maria Rita Gismondo, sembra non avere più dubbi. Dopo le prime affermazioni sul coronavirus, che considerava essere una infezione poco più forte di una influenza, ora pare aver cambiato posizione.

Già nei giorni scorsi, a seguito della lettera di diffida legale inviatale dal Patto trasversale per la scienza per le due dichiarazioni in merito alla malattia, la virologa aveva provato a difendersi affermando che anche altri colleghi avevano sostenuto una tesi simile. "Se chiedono a me di fare un passo indietro sulle mie dichiarazioni, devono farlo anche per quelle del virologo Pregliasco, di Ilaria Capua e del direttore dell'Oms. Non devo dimostrare nulla perché quello che ho detto è pubblicato ovunque. La Capua, ad esempio, ha detto che questo virus diventerà come un raffreddore". La stessa Gismondo aveva anche affermato di aver espresso un proprio parere, spiegando che Covid-19 è un virus ancora sconosciuto che potrebbe rivelarsi positivo o negativo.

Ora, in una lettera al Fatto Quotidiano, invita tutti a far tesoro di quanto sta accadendo in questo drammatico periodo. Questa terribile esperienza, per la virologa, deve servire per prepararsi a quanto potrebbe accadere in un prossimo futuro."Passata la pandemia Covid-19 comincerà il countdown verso la prossima pandemia. Se tutto andrà bene avremo otto, dieci anni di tregua: impieghiamoli al meglio. Non è stato così dall’ultima pandemia (la suina del 2009)", ha scritto la Gismondo.

La virologa ha anche spiegato che, proprio per prepararsi a scenari di emergenza sanitaria, in passato ci sono state diversi "addestramenti": "Event 201 è l’ultima di quattro esercitazioni relative a uno scenario di pandemia. La prima, Dark Winter, si era svolta nel giugno 2001 (dopo l’allerta antrace); Atlantic Storm nel 2005 (dopo la Sars); e Clede X nel maggio 2018. Event 201 si è tenuta il 18 ottobre 2019 a New York (sic!) con una pandemia da coronavirus simulata".

Tralasciando la casualità tra l’ultima esercitazione e la pandemia appena iniziata, la Gismondo si dice stupita che nei documenti redatti dopo il lavoro siano state sempre comprese alcune raccomandazioni da tener presenti per prepararsi ad una emergenza sanitaria. Fra queste vi è l’invito rivolto a tutte le nazioni di mantenere un adeguato stock pile, o scorta essenziale, che include i Ppi, le protezioni individuali come guanti, mascherine e camici monouso e i farmaci tra cui antidoti, antibiotici e vaccini. Inoltre, nello stesso documento si invitano i Paesi ad avere un piano di riconversione sanitaria che permette un rapido utilizzo dei posti letto in base all’emergenza.

"Se queste esercitazioni non fossero rimaste documenti sulle scrivanie dei burocrati del mondo, non saremmo qui a elemosinare materiale necessario tra uno Stato e l’altro.

Non avremmo decine di tavoli tecnici che si inventano (adesso) come organizzare l’emergenza sanitaria", ha scritto la virologa che, infine, ha aggiunto come l'emergenza sanitaria legata al coronavirus "che stiamo vivendo, fra le possibili pandemie ipotizzate, non è certo la più grave. Impareremo la lezione? Dobbiamo!".

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