Lo stanno affermando molti emeriti medici italiani: la situazione Coronavirus in Italia è molto diversa rispetto a quella vissuta alcuni mesi fa, anche se adesso vediamo risalire la curva dei contagi. La stragrande maggioranza dei nuovi positivi è asintomatica, quindi il ricovero ospedaliero non è necessario e le strutture sanitarie non si trovano più al collasso.
Un altro dato, balzato agli occhi di tutti, è che adesso ad essere in particolar modo colpiti dal Sars-Cov-2 sono i giovani, più inclini a radunarsi ed a frequentare locali nel periodo estivo. Molti studiosi stanno quindi cercando di comprendere al meglio questa nuova "versione" del virus, analizzando il patogeno. A fornire il proprio prezioso contributo anche l'Istituto pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, una delle eccellenze del nostro Paese per quanto riguarda la ricerca scientifica.
Fin dall'inzio dell'epidemia, il Burlo ha studiato con attenzione il Covid-19 per carpirne i segreti e studiarne ogni sua variante. I risultati sono stati piuttosto importanti. Dopo aver esaminato al microscopio le tracce lasciate dal Coronavirus sui soggetti positivi sottoposti a tampone naso-faringeo, gli scienziati del Burlo, guidati dal direttore del laboratorio di ricerca dottor Maurizio Ruscio, hanno potuto affermare che il virus presente in Friuli Venezia Giulia non ha subito alcuna mutazione rispetto a quello che circolava mesi prima. Nessun cambiamento, insomma, a differenza di quanto avvenuto in altri casi e segnalato dal presidente della Società internazionale di malattie infettive Paul Tambyah, che ha parlato di un virus ora più contagioso ma meno letale.
In Fiuli, insomma, il patogeno è rimasto lo stesso, ma c'è un dettaglio a cui deve essere comunque data molta importanza. "Siamo sufficientemente certi che si tratti di una questione di carica virale. Stiamo monitorando ogni giorno la situazione, e il punto chiave è la saturazione di certi ambienti: la circolazione, ora, sembra essere ridotta quanto a carica, anche perché gli ambienti di contagio spesso sono all’aperto", spieda il professor Ruscio nel corso di un'intervista concessa al "Gazzettino". Nei tamponi si trovano molte meno tracce del virus, ecco perché i positivi sono soprattutto asintomatici o paucisintomatici.
Grazie al clima ed agli spazi aperti, il Coronavirus ha sostanzialmente ridotto la sua carica virale, ossia la sua capacità di aggredire l'organismo dell'ospite. I giovani, ora la fascia più colpita, sono in grado di resistere meglio al Covid-19.
Se ad essere tuttavia contagiate fossero le categorie considerate a rischio, spiegano gli esperti, i danni potrebbero però essere gli stessi di mesi fa. Proprio per questa ragione, aggiunge Ruscio, "sono da evitare gli ambienti più saturi e da difendere le persone anziane e già malate. Conta molto la modalità di esposizione alla minaccia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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