Da giorni Milano è una città semideserta. Metro e centro storico vuoti, solo i supermercati sono presi d'assalto a causa della piscosi generata dal coronavirus (e da chi con messaggi falsi incita gli abitanti a "fare la scorta" perché "anche Milano finirà in quarantena"). Dopo le chiusure per contenere i contagi, ora la città vuole tornare alla normalità. Da ieri i bar e i locali hanno tenuto aperto anche dopo il coprifuoco delle 18 e adesso il sindaco Sala chiede di riaprire anche i musei. Se per molti pub quindi gli affari stanno riprendendo, c'è chi lancia un grido d'allarme al premier Conte. Sono i tassisti che chiedono aiuti concreti e sicurezza.
Nei giorni scorsi, centinaia di taxi sono rimasti parcheggiati con il motore spento in diversi luoghi della città. Nessun passeggero da trasportare, nessun turista in arrivo alla stazione Centrale. Le associazioni di categoria si sono rivolte a Regione e Comune per avere chiarimenti sulle misure da adottare per evitare il rischio contagio. La risposta? Come spiega il Giorno, una mail in cui si dice di installare (a carico del proprietario della licenza) un elemento divisorio tra i sedili anteriori e posteriori. La prossima settimana potrebbe inoltre tenersi un incontro a Palazzo Lombardia per parlare dei possibili aiuti da destinare a tassisti e Ncc.
Intanto, le associazioni hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri di Sviluppo economico e Infrastrutture Stefano Patuanelli e Paola De Micheli: "Il comparto taxi – si legge nel testo firmato da sigle nazionali e locali –, che ha sempre offerto il proprio servizio senza chiedere contributi, rischia oggi di essere abbandonato al proprio destino, sebbene, soprattutto in questi momenti, debba invece essere presente per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini". Associazioni e sindacati hanno poi chiesto "al Governo e alle istituzioni un contributo economico, diretto e indiretto, a sostegno di queste aziende. Serve un supporto economico immediato per mantenere attivo il servizio e un contributo indiretto che passi attraverso contributi o defiscalizzazioni". Infine gli autisti hanno chiesto di agire prima possibile "per garantire la sopravvivenza al comparto". "Vogliamo lo stato di crisi per il comparto – hanno tuonato da Uiltrasporti – e misure che, in periodi di riduzione della domanda, ottimizzino le nostre ore di lavoro".
Anche le principali associazioni di categoria degli Ncc hanno inviato una
lettera al premier e ai ministri. Tra le richieste, la sospensione dei leasing in corso, l'istituzione di ammortizzatori sociali fino al termine della crisi, lo stop per il 2020 al pagamento dei pedaggi d'ingresso nelle ztl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.