Gli unici coraggiosi che stanno rischiando la vita contro il coronavirus sono gli uomini e le donne ogni giorno in trincea. Che si adoperano in battaglie giornaliere per vincere la guerra. I segretari regionali del sindacato degli infermieri Nursing Up, Claudio Delli Carri (Piemonte) e Angelo Macchia (Lombardia), hanno commentato senza mezzi termini le decisioni che si stanno prendendo per il reclutamento del personale necessario a reggere la pressione provocata dall'ondata di soggetti malati di Covid-19 sul sistema sanitario. "Ci aspettavamo misure più coraggiose da parte della politica in questo momento di grave emergenza sanitaria. Invece gli unici coraggiosi e che stanno rischiando la vita sono le donne e gli uomini in trincea contro il coronavirus. Fuori si susseguono sterili proclami alternati a scellerate prese di posizione tra Regioni e Protezione civile".
In trincea per combattere il coronavirus
Tutto è partito da una lettera di sfogo inviata da un sanitario a Roberto Speranza, ministro della Salute. Delli Carri e Macchia hanno poi continuato cercando di rimarcare che "gli infermieri degli ospedali e tutti i professionisti a vari livelli impegnati nelle corsie lanciano l'ennesimo disperato grido d'allarme. Assumete personale per darci il cambio, siamo stremati e traumatizzati. Abbiamo fatto l'impossibile, ma andare avanti così, a ranghi ridotti, si rivelerà una scelta dolosa e colpevole. Stiamo raccogliendo i colleghi caduti e temiamo di essere veicolo del contagio per le nostre famiglie. C'è bisogno di intervenire con una norma ad hoc che liberi immediatamente i colleghi disponibili".
Secondo quanto affermato da entrambi i segretari, sia quello lombardo che quello piemontese, non c’è assolutamente tempo da perdere. Parlano di una corsa verso un precipizio. E fanno poi un appello alle istituzioni che hanno il dovere morale di agire, non di restare a guardare aspettando che l’emergenza coronavirus finisca. La categoria non può pagare il prezzo delle carenze strutturali che dimostra di avere il Servizio sanitario nazionale.
Salvare i soldati ancora in piedi
Tante le mancanze che vi sono in questo momento tra le corsie ospedaliere. Quelle da risolvere con maggiore priorità, come sottolineato da Delli Carri e Macchia, “sono la carenza di infermieri, lo scarso materiale per lavorare in sicurezza (i dispositivi di protezione individuale) e i tamponi al personale che vengono somministrati tardivamente, ma ancora non registriamo una reale mobilitazione di risorse e mezzi. Perché non vengono fatte assunzioni vere? Se è vero che abbiamo capito tutti che senza personale si precipita nel baratro, come mai le Regioni continuano a proporre soluzioni a termine? La situazione è grave e ci vogliono decisioni serie. Lo ribadiamo ancora una volta: salvate i soldati ancora in piedi”.
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