La linea bianca taglia a metà la strada che corre deserta e conduce a Vo’ Euganeo. Qui il 21 febbraio è scoppiato tutto. Qui il 21 febbraio è morta la prima vittima italiana del Coronavirus. Si chiamava Adriano Trevisan, aveva 77 anni e la sua passione era quella di andare a giocare a carte. Si trovava in un bar del centro di Vo’ assieme agli amici. Assieme a Renato Turetta, 67 anni, morto anche lui il 10 marzo dopo aver contratto il virus.
Quando quel giorno scoppiò tutto, quando quella notte arrivò la notizia che Adriano Trevisan era morto, nessuno avrebbe pensato che Vo’ sarebbe diventato il centro del mondo. Il modello da prendere a riferimento per studiare il Coronavirus.
Vo’ Euganeo è un comune di 3305 anime, della provincia di Padova, posto sul versante ovest dei Colli Euganei. Ha quattro frazioni: Boccon, Cortelà, Vo’Vecchio, Zovon e c’ha pure il record del nome di comune italiano più corto, Vo’, insieme a Ne che sta in provincia di Genova e a Re che sta a Verbania. Qui la gente si conosce tutta, finito di lavorare, si trova nei locali, negli agriturismi, nei bar, nei ristoranti, bevono lo spritz, degustano un buon vino: Vo’ è particolarmente famoso per le sue cantine e aziende vinicole.
Colli Euganei è la denominazione di alcuni vini compresi nella "DOC Colli Euganei" e nella "DOCG Colli Euganei Fior d'Arancio". Tutti vini prodotti nella provincia di Padova nella zona dei Colli, il cui Consorzio Vini DOC Colli Euganei ha sede proprio a Vo’.
Le numerose aziende vitivinicole che ci sono e che ora sono chiuse, aperte soltanto per la lavorazione dei campi, producono ottimi vini, tra cui molte etichette insignite di riconoscimenti e denominazioni certificate. La gente che va alle terme euganee e nei centri benessere, viene qui a prendersi il vino e a mangiare un buon piatto. Oltre a esserci numerosi artigiani.
“Il posto è conosciuto – ci spiega Davide Turetta che ha un’azienda di sanificazione e di noleggio wc chimici – conosciuto soprattutto per il vino. Io per dire da una parte ho avuto un incremento della mia attività, ma per altre attività riprendere non sarà facile, c’è gente che ha investito per l’apertura della nuova stagione, agriturismi, ristoranti, aziende vitivinicole. Anche se ora la situazione dal punto di vista dei contagi è molto tranquilla”.
Soltanto il 20 marzo infatti c’è stato un nuovo caso di contagio, ora negativo, dopo giorni in cui il bilancio segnava zero. E la ricetta sta tutta nel metodo del virologo Andrea Crisanti, professore e direttore del Laboratorio di virologia e microbiologia dell’Università degli Studi di Padova. Qui hanno eseguito test a tappeto su tutti fin da subito trovando 89 casi positivi, che vennero subito isolati. I cittadini di Vo’ vennero messi tutti in fila davanti alla scuola elementare e subito testati. C’erano infermieri, sanitari, uomini della protezione civile, militari, tutti bardati con tute, mascherine, guanti, occhiali, igienizzanti.
Da dire che Vo’Euganeo venne subito isolata, il sindaco Giuliano Martini, che di professione fa il farmacista, chiuse subito i due bar del paese e invitò i cittadini a non uscire di casa. Partì inoltre subito il cordone sanitario con l'utilizzo dell'esercito per risalire ai contatti che potessero aver avuto i due primi contagiati. Oltre a militari e varchi ovunque per quindici giorni. Quando finì però la quarantena locale, partì quella nazionale, motivo per cui attualmente gran parte delle aziende ancora qui sono chiuse.
“Il settore dell’edilizia qui – ci racconta Stefano Mutta, titolare dell’impresa di costruzioni Edil Vo’ – è il più penalizzato, io sono fermo dal 21 febbraio. Devo rifornire il comune di Albettone per dei materiali e ho fatto richiesta al prefetto”.
Albettone è quel comune che sta in provincia di Vicenza e che dista da Vo' Euganeo 6,6 chilometri. Qui il 24 febbraio si accesero i riflettori perché si cercava l’anello mancante del paziente che avesse potuto portare il virus da Codogno a Vo’ Euganeo. Le indagini si concentrarono su un agricoltore del luogo che la mattina aveva chiamato la farmacia del sindaco Martini e che accusava una forte tosse. Il tampone risultò negativo.
Ma la ricetta di Crisanti andò avanti, oltre che con la prima ondata di test a tappeto, anche con una seconda a cui partecipò oltre il 90% della popolazione. Vennero fuori altri casi, con il 45% dei contagiati asintomatico. Ad Askanews aveva dichiarato: “facendo il secondo campionamento abbiamo scoperto che 3 su 8 dei nuovi casi erano conviventi di persone infette asintomatiche. Quindi non solo ci sono gli asintomatici, ma trasmettono il virus”.
E arriviamo alla terza ondata. “Dieci giorni fa – ci racconta il sindaco di Vo’ Euganeo Giuliano Martini – abbiamo fatto 80 tamponi alle persone più a rischio, e quindi al personale dei supermercati, ai volontari della Protezione Civile, ai dipendenti comunali più a rischio che sono venuti a contatto con dei positivi per motivi di servizio, ai volontari del gruppo alpini e ai dipendenti delle Poste. E ora partiamo con i test sierologici per verificare la presenza di eventuali anticorpi. Credo partiremo per fine aprile o inizi maggio e ritengo sia molto importante per la ricerca sul Covid 19”.
Intanto al via anche i test sierologici sui gatti. Lo scopo è quello di analizzare il sangue dei felini che si sono infettati e trovare gli anticorpi.
Molte aziende restano qui ancora chiuse. Hanno riaperto le edicole, le cartolibrerie, i negozi di alimentari che già lo erano prima, e i tabacchi. “Fortunatamente – ci scrive una ragazza che ha 23 anni, fa la personal trainer in una palestra e ora tiene i corsi online – ora possiamo andare a fare qualche passeggiata, con le dovute precauzioni, ma almeno mezz’ora al giorno possiamo passarla all’aria aperta. Io ora lavoro con i social, fortunatamente la mia Università era già telematica e l’unica cosa che hanno cambiato è che ora gli esami sono da casa.
Per fortuna in famiglia stiamo tutti bene. E’ molto dura però soprattutto a livello psicologico”.Ora almeno, sembrano lontani i momenti di quando andammo a Vo’ Euganeo e trovammo militari ovunque. Blocchi e forze dell’ordine. Nessuno entrava. Nessuno usciva.
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