Corse clandestine, estorsione, spaccio: gli affari sporchi della banda rom

A Frosinone sgominata un'organizzazione specializzata nello spaccio di sostanze stupefacenti, nell'estorsione e nell'usura. Indagini svolte a partire da alcune corse clandestine di cavalli in pieno lockdown

Corse clandestine, estorsione, spaccio: gli affari sporchi della banda rom

Gli accertamenti erano iniziati dalle segnalazioni su alcune corse clandestine di cavalli durante il periodo del lockdown. A galoppare illegalmente, però, non erano solo gli equini ma anche gli affari di una banda criminale sgominata ora dalla polizia. Alle prime luci dell'alba, in provincia di Frosinone le forze dell'ordine hanno fatto scattare un blitz contro i componenti di un'associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e usura. Le misure cautelari state sono eseguite nei confronti di alcuni soggetti riconducibili a una famiglia di etnia Sinti di origine "romanì", accusati di vari reati.

La squadra mobile ha eseguito 13 arresti e 4 obblighi di dimora, mentre altre 5 persone sono state denunciate. I soggetti finiti al centro dell'operazione (denominata "Ultima corsa") sono ritenuti responsabili di aver monopolizzato l'attività di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre all'usura e all'estorsione ai danni di alcuni imprenditori. Tutti gli indagati sono inoltre coinvolti nelle corse clandestine di cavalli. I guadagni dovuti allo spaccio che avrebbero consentito agli indagati di prestare soldi a tassi usurari ai tanti commercianti e imprenditori che a causa della pandemia si erano ritrovati in difficoltà economica. Il mancato pagamento settimanale dei relativi interessi usurari provocava però gravi conseguenze alle vittime, costrette con la forza dell'intimidazione a offrire al gruppo anche pranzi e cene.

In un caso documentato dalla polizia, in particolare, il titolare di una pizzeria del centro cittadino si era rifiutato di servire gratuitamente il cibo e le bevande, così i criminali avevano urinato all'ingresso dell’esercizio commerciale, alla presenza dei numerosi clienti. Le indagini hanno poi seguito anche il filone delle corse clandestine di cavalli. In particolare, il 12 aprile 2020, incuranti del lockdown totale vigente in quel periodo, una decina di appartenenti alla famiglia avevano organizzato una corsa abusiva in una via del centro cittadino, suscitado clamore. Al richiamo indignato del sindaco, i protagonisti dell'episodio avevano reagito sui social con un video inquietante, che riproduceva l'immagine del primo cittadino seguita dalla visione di una bara trasportata da uomini di colore.

I poliziotti hanno scoperto inoltre come la famiglia aveva costruito abusivamente diversi manufatti adibiti al ricovero di bestiame, sui quali pendeva però un decreto di sequestro e abbattimento mai eseguito. Nel marzo scorso, la squadra mobile e la polizia locale avevano dato seguito a quel provvedimento. La struttura abusiva, riferiscono le forze dell'ordine, oltre che per il ricovero di bestiame anche utilizzata come luogo di incontro per la pianificazione delle attività illecite.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati arrestati in flagranza di reato 5 persone per detenzione ai fini

di spaccio di eroina e cocaina. La compattezza del gruppo ha reso l’indagine molto complessa anche perché gli appartenenti comunicavano solo ed esclusivamente in lingua "romanì" di difficile comprensione.

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