#FarSapere è l'ashtag con cui Luc Eller Vainicher, l'assessore al risanamento finanziario del Comune di Messina, ha annunciato la condanna dell'Amministrazione da parte della Corte d'appello di Palermo al pagamento di 12milioni e mezzo di euro per “acqua non pagata dal 1979 al 1995 e dal 1989 al 1998.” L'assessore chiede, sempre attraverso un ashtag, ai suoi amici virtuali: #CheFareste.
In una “missiva” come l'ha chiamata sul social network l'assessore toscano della giunta Accorinti, la Corte d'Appello di Palermo ha rigettato l'impugnazione proposta dal Comune.
Nella lettera inviata a Palazzo Zanca, è respinta l'impugnazione proposta dal Comune con, appunto, la condanna alle spese.
Si imputa il mancato pagamento del vettoriamento del flusso idrico dell'acquedotto Torerossa-Bufardo dal 1979 al 1995 e con decorrenza dal 1989 al 1998 per l'acqua proveniente dai pozzi Moio. La somma esatta che il Comune deve pagare come sanzione è da capogiro: oltre 12 milioni di euro, per la precisione 12,474,432,03. A parte ci sono le spese di funzionamento del Collegio ed il 75 per cento dei compensi per il ctu (consulente tecnico d'ufficio, ndr).
Alla corte d'appello di Palermo poco importa che il Comune di Messina navighi in cattive acque, anzi specifica “di prendere atto (della cifra da pagare) anche ai fini dei risvolti sfavorevoli sul Piano di riequilibrio finanziario”.
Si pagano oggi gli errori del passato. L'attuale amministrazione, proprio attraverso la figura dell'assessore al risanamento finanziario, deve ancora mettere in pratica il “piano di riequilibrio”, ma qui da riequilibrare c'è ben poco se si pensa alla considerevole cifra che si aggiunge alle altre spese.
Andando
indietro nel tempo e volendo risalire agli anni di mancato pagamento dei servizi idrici, si arriva agli anni d'oro dei Comuni a guida democristiana, anni che oggi si rivelano di "piombo" per i conti pubblici del Comune Messina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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