Oggi si riparte ma, come scrivevamo alcune settimane fa, la riapertura sarà più dura e difficile della chiusura. Il tutto aggravato dall'indecisione del governo che solo ieri sera ha varato vaghe direttive, molte delle quali tecnicamente inconciliabili con una attività economica o commerciale, tanto che non pochi esercizi resteranno chiusi perché alle condizioni date non è conveniente rialzare le serrande.
E dire che ci sono stati tre mesi di tempo per organizzare qualche cosa che conciliasse le esigenze sanitarie e quelle economiche. Il problema è che Conte si è affidato a professori invece che a imprenditori, e i professori, come noto, sanno spiegare, ma meno fare, altrimenti, invece che insegnare agli altri come fare soldi, li farebbero loro. Sta di fatto che oggi molti italiani prenderanno atto di avere perso il posto di lavoro, e quelli che lo ritroveranno non hanno alcuna certezza per il futuro, stante la precarietà della situazione.
E questo, soprattutto in alcune parti d'Italia, è un grosso regalo alle mafie che non vedono l'ora di andare incontro a bisognosi e disperati per ampliare il proprio raggio di azione e il proprio business. Per esempio - secondo rapporti in mano alla Guardia di Finanza - c'è il concreto rischio che una buona fetta dell'industria turistica e alberghiera e di quella della ristorazione finisca sotto il controllo delle organizzazioni criminali che si stanno già proponendo, contanti alla mano, come salvatrici, a imprenditori lasciati soli dallo Stato, piuttosto che impauriti da assurde responsabilità penali e civili in caso di contagi nei loro locali.
In questo il governo, con i suoi ritardi, strettoie burocratiche e carenze di mezzi, si è rivelato un grande alleato dei clan che, ovviamente, non guardano tanto per il sottile e dispongono di grandi quantità di denaro liquido. Hai voglia a controllare tutto e tutti, quando uno non vede vie d'uscita e fatica a mettere insieme il pranzo con la cena o è costretto a dilapidare il gruzzolo messo da parte è disposto a tutto, e al diavolo le remore etiche. Possiamo biasimare simili comportamenti? Sì, se la legalità offrisse una alternativa, non se - come purtroppo sta avvenendo - lo Stato appare lontano e sordo.
Mi auguro di sbagliare, ma purtroppo penso di non dire cose lontane dalla realtà: a festeggiare
la riapertura oggi sono soprattutto le mafie, e lo fanno non per loro bravura, ma per l'ennesima prova di incapacità dell'avversario che gli sta offrendo la ghiotta occasione su un vassoio d'argento. Proprio non ci voleva.
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