"Così i migranti ci ammazzano". Gli agenti schiacciati nella fuga

Continuano le aggressioni nei centri. Ferito un agente: "Era una massa di gente...". Poi distruggono il cancello

"Così i migranti ci ammazzano". Gli agenti schiacciati nella fuga

Li hanno visti salire dalla scala che porta al cancello. “Era una massa di gente, si è capito subito quello che sarebbe successo”. Decine di immigrati ospiti si sono riversati sul piazzale, hanno divelto il cancello, schiacciato fisicamente i poliziotti e si sono dati alla fuga. Non è la prima volta che accade a Villa Sikania, centro di quarantena per migranti ad Agrigento. Ma stavolta gli agenti se la sono vista davvero brutta.

Tutto inizia nel tardo pomeriggio di ieri, come ilGiornale.it è in grado di ricostruire dettagliatamente. All’improvviso la pattuglia che controlla il cancello principale della Villa, affacciata sulla statale, nota movimenti strani. Mancano pochi minuti al cambio di turno: i poliziotti aspettano solo i colleghi per poter staccare, ma qualcosa va storto. Uno di loro si affaccia e nota le scale ingombre di persone. Gli agenti sanno cosa sta per accadere perché è successo già altre volte e, nonostante le ripetute proteste, il ministero non ha ancora modificato le regole di ingaggio o il sistema di vigilanza. I migranti ignorano le braccia tese e gli inviti delle forze dell’ordine a non avanzare. Si accalcano come fossero un’onda anomala pronta a infrangersi sulla battigia. E poi partono alla carica per sfondare le deboli difese del centro di accoglienza. Prima travolgono i poliziotti e li buttano a terra, poi li calpestano. Infine si avventano sul cancello scorrevole e lo divelgono dalla guida. Bastano pochi secondi e una quarantina di immigrati, teoricamente costretti all’isolamento anti-Covid, conquistano la libertà.

A muoversi però sono stati più di quelli fuggiti. Forse il doppio. Si tratta di una tecnica ormai consolidata: i migranti non vogliono seguire la quarantena così provano a fuggire puntando sui grandi numeri. Ci provano in tanti: alcuni riescono a scappare, gli altri ci tenteranno di nuovo appena possibile. Gli agenti sono sempre in inferiorità numerica, anche di uno contro dieci, fermarli tutti è matematicamente impossibile e il rischio elevato. Ieri pomeriggio i poliziotti, sanguinanti e a terra, sono comunque riusciti a bloccarne alcuni. Ma per gli altri non c’è stato niente da fare. Non si può certo sparare né arrestarli. Il convincimento verbale ovviamente non basta. E così a ritmo regolare fuggono: anche lunedì scorso, infatti, ne sono scappati altri 20. Per ora tutto è andato più o meno bene, a parte qualche ferita (ieri il funzionario ha rimediato ferite alla testa) e un migrante investito sulla statale. Ma il rischio è altissimo: “Queste persone pensano a scappare e non hanno intenzione di far male agli agenti. Ma se lo volessero potrebbero ammazzarci”, dice Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp polizia di Stato.

I sindacati protestano ormai da tempo, quasi inascoltati. “Dopo un’estate di supplizi e disastri, sul piano della gestione dell’immigrazione aggravata all’emergenza coronavirus, si continuano a contare i feriti fra le forze dell’ordine”, attacca Mazzetti. Il ministro Lamorgese ha espresso solidarietà all’agente ferito, ma “sarebbe davvero emozionante - continua - se si passasse anche a qualche gesto concreto per toglierci dalla graticola.

Stabilire una certa politica sull'immigrazione deve significare poterla poi seriamente gestire. Scaricare tutto sulle spalle degli operatori di polizia non può bastare, e tematiche come questa non devono diventare problemi di ordine pubblico per via dell’incapacità della politica”.

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