Così il Sinodo sull'Amazzonia smentisce Ratzinger sull'ecologia

Il Sinodo sull'Amazzonia di ottobre è centrato sull'ecologia integralista. Joseph Ratzinger, però, aveva accostato gli ambientalisti ai neopagani

Così il Sinodo sull'Amazzonia smentisce Ratzinger sull'ecologia

Il Sinodo sull'Amazzonia - sentenziano allarmati i cattolici conservatori - è una discesa libera verso l'ecologismo integrale.

Qualche dissido dottrinale, per ora, è stato elaborato soprattutto a mezzo stampa, ma il cardinal Raymond Leo Burke ha già fatto intendere più di qualcosa sul futuro prossimo. La parte "tradizionalista" della Chiesa cattolica è pronta a tenere fede a se stessa. I vescovi vaglieranno il da farsi sullo spinoso tema del celibato per reagire alla mancanza di sacerdoti in quella zona di mondo, certo, ma tratteranno anche dell'antropocentrismo, un tratto biblico, che potrebbe perdere terreno rispetto all'ideologia ambientalista. Quest'ultima, per i suoi detrattori, si pone l'obiettivo di rendere la natura paritetica, se non ontologicamente superiore, rispetto all'essere umano.

Non tutti i consacrati vogliono assecondare Greta Thunberg e l'avanzata dei Verdi in Occidente, insomma. L'anziano cardinal Martino, per esempio, non è mai stato propenso a compiacere catastrofismi vari: era il 2007, ma la sua tesi sui cambiamenti climatici, che è ancora riportata negli archivi di Radio Vaticana, può essere rispolverata dai critici dell'estremismo ecologico: "... i cambiamenti climatici sono avvenuti ciclicamente attraverso i secoli, attraverso le epoche e quindi non saremo noi a fermarli o a provocarli più di tanto...".

Il dibattito, nei prossimi mesi, potrebbe dare vita a meccanismi dialettici consueti: documenti ufficiali del Vaticano da una parte, lettere e dichiarazioni sottoscritte dai cardinali "ribelli" dall'altra. Ma è presto per prevedere i comportamenti degli "schieramenti vaticani". Intanto, come segnalato sul blog di Aldo Maria Valli, è comparso un portale teso a monitorare l'attività sinodale. Uno dei primi articoli pubblicati su questo sito, un pezzo del filosofo politico Stefano Fontana, rimarca come l'Instrumentum Laboris, cioè il documento di preparazione pubblicato qualche giorno fa, contrasti con la linea di Joseph Ratzinger in materia d'ecologia. La gerarchia presentata da Benedetto XVI è adamantina: al primo posto del podio bisogna collocare la cosiddetta "ecologia dell'uomo", poi esiste una superficie culturale aderente per quella, considerata comunque rimarchevole, "della natura". Il perché è presto detto: l'adesione alla seconda dipende dal pieno conseguimento della prima. Per approfondire questo discorso, è utile la lettura di questo articolo a firma di Sandro Magister.

Nel discorso al Parlamento tedesco del 22 settembre 2011, l'allora papa regnante sosteneva quanto segue: "L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana".

La radice della visione del teologo tedesco non è gelata: egli ha sempre preferito l'umanesimo integrale. È l'essere umano - precisava ancora Joseph Ratzinger, citando Sant'Agostino - ad avere il "cuore inquieto". Ma non solo. Il "mite professore", nel 2009, aveva più che accostato gli ambientalisti ai neopagani in occasione della Giornata mondiale della pace: "Si dà adito, così –- aveva tuonato il pontefice tedesco - – a un nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’'uomo".

Un Sinodo sull'Amazzonia che non tenesse conto di tutto questo, quindi, si porrebbe in discontinuità con l'insegnamento di Benedetto XVI, contribuendo a rendere ancor meno sanabile la crepa dottrinale sottolineata in rosso dagli interpreti sfavorevoli della pastorale contemporanea. Ma perché tanta apprensione? Basti pensare a come l'Instrumentum Laboris innalzi le popolazioni indigene.

Si può parlare - stando a quanto scritto su Vatican News - persino di "sapienze ancestrali" che, con ogni probabilità, Joseph Ratzinger avrebbe raffrontato, in maniera preoccupata, con il panteismo naturalistico.

Chi, negli ambienti ecclesiastici e non, si agita in vista di ottobre, quindi, sembrerebbe non avere tutti i torti.

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