Covid-19, Bassetti sui tamponi: "Inefficaci, torniamo a visite"

L'infettivologo Matteo Bassetti sull'uso dei tamponi: "Scattano un'istantanea che il giorno dopo può cambiare. Sono inefficaci per gli asintomatici". E incalza: "Torniamo a visitare i pazienti"

Covid-19, Bassetti sui tamponi: "Inefficaci, torniamo a visite"

"Potrebbe rappresentare la Waterloo dei tamponi". Così, Matteo Bassetti, infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova, aveve definito la situazione del Genoa, dove lo scorso lunedì 14 tesserati sono risultati positivi al Covid-19, nonostante il tampone precedente avesse dato esito negativo.

"Il caso Genoa- spiega Matteo Bassetti, in un'intervista alla Stampa-dimostra che i tamponi non bastano. Sono utili nella diagnostica dei sintomatici, ma inefficaci per gli asintomatici". Nessun errore, quindi, nell'esecuzione dei tamponi al Genoa ma, spiega l'infettivologo a Sky Sport, "è evidente che il protocollo non ha funzionato, è probabile ci saranno positivi anche nel Napoli". Per gli asintomatici, in realtà, "si può fare poco", nonostante rappresentino una grossa fetta dei contagiati dal Sars-CoV-2: l'unico modo per individuarli, infatti, resta il tampone, una procedura che "scatta un'istantanea e il giorno dopo può cambiare". Per questo, oltre ai "tamponi a tappeto", utili nei luoghi a rischio come ospedali e Rsa, è necessario ricominciare "visitare i malati e curare i sintomatici". Il caso del Genoa pone "un problema sull'uso dei tamponi: abbiamo affidato molto a questa metodica dimenticandoci di fare i medici e vedere i segni clinici della malattia", ha affermato all'Adnkronos Salute. A Bassetti sembrano non convincere nemmeno i tamponi veloci a scuola: "Già il tampone, se fatto bene, arriva al 75% di possibilità- dice alla Stampa- mentre questi danno molti falsi negativi". Per chi rientra dall'estero, invece, sarebbe più efficace la quarantena.

In questo panorama, diventa ancora più importante adottare le giuste misure, per frenare i contagi e contenere il fenomeno: "Non ci si può chiudere in casa- sottolinea l'esperto- ma vanno evitati gli assembramenti". Per questo, "nelle cene sarebbe meglio non superare le 8-10 persone. Non vanno ancora vietate le feste, ma è stando attenti a questo genere di ritrovi che si scongiura un peggioramento". Sull'uso delle mascherine, invece, ricorda che sono necessarie quando non c'è la distanza di sicurezza. Inoltre, per un contagio solitamente occorrono almeno 15 minuti, "ma in giro ci potrebbero essere dei superdiffusori che tossiscono e le mascherine ricordano di stare attenti". Limitazioni anche negli stadi, dove Bassetti invoca il buonsenso: "Ho visto mille spettatori accalcati in una tribuna da duemila posti e calciatori e dirigenti abbracciarsi in campo".

Infine, Bassetti rivela la situazione in reparto: "È pieno al 60 per cento con la possibilità di ampliarlo- dice- L'età media dei ricoverati è sui 70 anni. Il decorso della malattia si è ridotto a una settimana-dieci giorni ed è più gestibile. I morti sono molti di meno e sui pochi casi gravi la terapia con Remdesivir, cortisone e antibiotico dà ottimi risultati".

Per il momento, la situazione sembra ancora sotto controllo, dato che "negli ultimi 45 giorni i positivi sui tamponi fatti restano tra l'1 e il 2%". Ma, mette in guardia Bassetti, "se arriveremo al 5-6 come la Francia dovremo prendere misure restrittive, ma non possiamo permetterci un altro lockdown".

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