La "via italiana" al pass vaccinale: quando servirà

La ministra per gli Affari Regionali ha spiegato che l’Italia non inseguirà i modelli stranieri ma sarà in grado di trovare una via tutta sua all’uso del certificato

La "via italiana" al pass vaccinale: quando servirà

L’Italia non inseguirà i modelli stranieri ma sarà in grado di sviluppare una via tutta sua all’utilizzo ampio del green pass per incentivare la popolazione a vaccinarsi contro il Covid-19. Questo è quanto è stato spiegato dalla ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, arrivata nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles per prendere parte a diversi incontri istituzionali.

Gelmini: "Non inseguiamo modelli stranieri"

La Gelmini ha voluto prima di tutto sottolineare che "in Italia abbiamo raggiunto un risultato molto importante: stiamo confermando le 500mila vaccinazioni al giorno, anzi le abbiamo tendenzialmente superate. Ma sicuramente la variante Delta ci preoccupa. Credo che si debba trovare una via italiana all'utilizzo ampio del green pass". Ma non faremo come la Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha introdotto l'obbligo di esibizione del green pass per poter usufruire di servizi quali ristoranti, cinema, centri commerciali e mezzi pubblici, né come altri Paesi, perché "non inseguiamo modelli stranieri ma certamente il governo valuterà di estendere l'utilizzo del green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni".

La ministra ha continuato affermando che il Paese sta risolvendo l'emergenza sanitaria, ma che rimane ancora una emergenza economica molto forte. “L'Italia non deve più chiudere: dobbiamo proseguire con il mantenimento delle riaperture, che sono il frutto di un grande lavoro. E quindi sicuramente il governo dovrà valutare l'utilizzo del green pass: sicuramente il governo Draghi e l'Italia saranno in grado di trovare una via italiana" ha precisato Mariastella Gelmini che, parlando della diffusione della variante Delta, chiamata anche indiana perché identificata la prima volta in India, ha anche spiegato che il governo sta monitorando con molta attenzione l’aumento dei nuovi positivi.

"Ecco la via italiana"

Il governo starebbe quindi pensando di imporre il green pass per accedere ai treni, andare allo stadio e partecipare a eventi sportivi. L’obiettivo sarebbe quello di riuscire in questo modo a evitare nuove chiusure di varie attività sia pubbliche che private. Secondo il Comitato tecnico scientifico sui treni ad alta velocità la capienza potrebbe arrivare al 100% solo nel momento in cui tutti i passeggeri sono in possesso del certificato. Il certificato potrebbe diventare obbligatorio anche per coloro che desiderano partecipare a eventi sportivi all'interno degli stadi e per salire sui mezzi di trasporto, così da poter pensare a una maggiore capienza per entrambe le situazioni. Intanto è ormai certo che il governo deciderà per il rilascio del certificato verde dalla seconda dose di vaccino e non dopo una sola inoculazione, per i sieri che ne richiedono due. Secondo gli esperti infatti, una sola dose di vaccino non sarebbe sufficiente a coprire dalla variante Delta.

Favorevoli e contrari al modello francese

Ricordiamo tra l'altro che il pass alla francese non è per nulla piaciuto a Meloni e Salvini. Proprio quest’ultimo è tornato a parlare del certificato, definito dal leader leghista una trovata estremista. Al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, Matteo Salvini ha detto che è stato un incontro molto utile e che vi è totale condivisione su come andare avanti nei prossimi mesi. Ha poi aggiunto sul green pass: “Ne abbiamo parlato ma non metto in bocca opinioni al presidente. Diciamo che le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi. Noi non siamo per gli estremismi. Il modello francese non è un modello, è fuori discussione. Ovviamente bisogna continuare con il rispetto delle regole per situazioni di grande assembramento”.

In sintesi, secondo il leader della Lega vaccinarsi o meno deve essere una decisione consapevole e pesronale, non un obbligo per poter andare al ristorante o a bere un caffè. L’idea di imporre il green pass per salire sui treni o andare al ristorante sarebbe invece condivisa dal Pd e dal ministro Roberto Speranza. Decisamente contraria, oltre alla Lega, è la leader di Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni ha detto senza mezzi termini che "l’idea di utilizzare il Green Pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana”. E ha definito la scelta anticostituzionale, sottolineando: “Per noi la libertà individuale è sacra e inviolabile”.

"Si deve correre sui vaccini"

Quello che risulta essere favorevole, come ha aggiunto Gelmini, è che a un aumento dei contagi non corrisponde un aumento delle ospedalizzazioni. Questo aspetto starebbe a significare che i vaccini funzionano e che sono un’arma vincente nella lotta contro il virus. Per questo motivo la campagna vaccinale deve proseguire velocemente, in modo da riuscire a vaccinare quante più persone possibili in poco tempo. "Mi auguro che a breve quelle 200mila persone nell'ambito della scuola, degli insegnanti, che ancora non si sono vaccinate possano farlo. Credo che si debba correre anche per quei 2,5 milioni di ultrasessantenni che ancora non si sono vaccinati: non dobbiamo più tornare a chiudere questo Paese. Per evitare ulteriori chiusure, sappiamo che i danni che questo virus fa sono enormi, anche sul piano economico e sociale. La scienza ci ha dato un vantaggio, il vaccino, e dobbiamo utilizzarlo il più possibile.

Dobbiamo avere fiducia nella scienza", ha infine concluso il ministro. L’Italia non intende quindi seguire modelli stranieri ma basarsi sulle sue forze, valutando la possibilità di estendere l'utilizzo del green Pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni.

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