Bassetti sbotta: "Dite chiaramente cosa accadrà dopo il 31 marzo"

Parole forti quelle del professor Matteo Bassetti sulla gestione del Covid adesso che è scoppiata la guerra in Ucraina: “Non considerare più i rischi legati al Covid la trovo un'idea cervellotica e non la comprendo"

Bassetti sbotta: "Dite chiaramente cosa accadrà dopo il 31 marzo"

Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova,Matteo Bassetti, torna a farsi sentire sul Covid e, in particolar modo, sulla necessità di far sapere agli italiani il prima possibile come saranno alleggerite le misure restrittive dopo la fine dello stato di emergenza che scadrà il 31 marzo prossimo. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos si fa sentire in maniera forte accusando una sorta di bombardamento nel trattamento delle notizie Covid in Italia prima e, in un’improvvisa assenza adesso, dopo l’inizio della guerra in Ucraina.

"Io non ero d'accordo - ha detto Bassetti riferendosi a questo inizio 2022 - a tutto il clamore mediatico dato in Italia al Covid rispetto ad altri Paesi, secondo me frutto anche di una politica giornalistica televisiva sbagliata. Non c'era nessun altro Paese al mondo dove si parlava così ossessivamente di Covid e trovo perfettamente assurdo oggi non parlarne completamente più come se il problema fosse solo la guerra in Ucraina, che è una tragedia davanti la quale siamo attoniti”. Le notizie sui bombardamenti in Ucraina, messa sotto attacco dalla Russia lo scorso 24 febbraio, stanno riempiendo le pagine di cronaca con aggiornamenti continui dal momento che si teme anche un’escalation di azioni belliche con conseguenze molto gravi. Ed allora anche l’attenzione degli italiani è incentrata a conoscere tutto quanto sia possibile sui probabili effetti nefasti della guerra al punto che adesso le ricerche su Internet hanno fatto scendere più in basso quelle sul Covid favorendo la salita in vetta di quelle sul conflitto bellico.

E adesso Matteo Bassetti si fa sentire con parole dirette che non riescono a celare un certo rammarico su come il Covid venga inteso un pericolo sparito: “Non considerare più i rischi legati al Covid la trovo un'idea cervellotica e non la comprendo". Il direttore della clinica San Martino di Genova è stato tra quelli che, nel suo settore, ha chiesto misure restrittive meno pesanti nel momento in cui la popolazione italiana ha risposto in maniera più che positiva alla campagna vaccinale e adesso preme affinché si inizi a pensare ad una nuova fase, quella dopo la fine dello Stato di emergenza sanitaria che scadrà il 31 marzo prossimo. “Dobbiamo ancora ragionare - ha detto - sulla road map per uscire dalle restrizioni ma la percezione delle persone, dopo una settimana di notizie solo sulla guerra e di silenzio sul Covid, è che la pandemia non esiste più. È vero che i numeri vanno meglio, ma serve una chiara road map di come si uscirà dalle restrizioni.

È il momento – ha concluso - di dire chiaramente se dopo il 31 marzo, la fine dello stato di emergenza, il Green pass rimarrà del tutto o sarà modificato, se le mascherine al chiuso rimarranno. Agli italiani serve chiarezza, non possiamo passare da 100 notizie al giorno sul Covid a zero".

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