Covid, terremoto sull'Oms: è indagato Ranieri Guerra

Bufera sul piano pandemico e sul report dell'Oms scomparso. Guerra scrisse: Oms "foglia di fico" del governo Conte

Covid, terremoto sull'Oms: è indagato Ranieri Guerra

La notizia è semplice: Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms ed ex componente del Cts, risulta indagato dalla procura di Bergamo nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dell'epidemia. Stando a quanto appreso dall'Agi, l'accusa sarebbe di false informazioni ai pm, in base all'articolo 371 bis del codice penale, in relazione a quanto riferito ai magistrati durante l'audizione dello scorso novembre.

Nonostante il procuratore Antonio Chiappani assicuri che "sul punto c'è massimo riserbo", l'iscrizione nel registro degli indagati del direttore dell'Oms è una bomba che riaccende la fiamma delle polemiche. Su Guerra infatti si sono concentrate non poche attenzioni mediatiche a causa del ritiro dal sito dell'Organizzazione di Ginevra del rapporto "An unprecedented challenge: Italy’s first response to COVID-19” sulla strategia italiana contro il virus. Un report, realizzato da alcuni ricercatori di Venezia guidati da Francesco Zambon e pubblicato a maggio del 2020, in cui si denunciava la risposta "caotica, improvvisata e creativa" di un Paese che si è presentato all'appuntamento col morbo senza avere un piano pandemico aggiornato.

Guerra sotto accusa

Le accuse seguono due direttive. Guerra infatti è stato direttore della Programmazione al ministero della Salute dal 2014 al 2017, gli anni in cui il suo ufficio avrebbe dovuto aggiornare il piano risalente al 2006. Piano che, stando a quanto ricostruito dalla procura di Bergamo e da diverse inchieste giornalistiche, è rimasto invece inalterato nonostante negli anni il mondo abbia vissuto due epidemie (suina 2009 e Mers 2012) e nonostante sia l'Oms che l'Unione Europea abbiano nel tempo emenato nuove linee guida. Spettava a Guerra rinnovare il Piano? Lui, ca va sans dire, ritiene di no. Intanto però gli viene addebiato anche di aver realizzato pressioni indebite sui ricercatori veneziani per edulcorare alcune parti del documento considerate troppo critiche verso Roma. In alcune email emerse sui media, Guerra parlò di "questioni politiche che si stanno accavallando", del rischio che il governo percepisse il report come un "colpo alla schiena", e presentò l'Oms come "consapevole foglia di fico" per le scelte impopolari fatte dal Conte II. Il report è stato poi ritirato dall'Oms e Zambon si è dovuto dimettere.

La replica di Ranieri Guerra

Non è al momento chiaro quali sarebbero le "false dichiarazioni" di cui è accusato Guerra. Quello che è certo è che nei giorni scorsi i magistrati avevano inviato una rogatoria a Ginevra per chiedere delucidazioni sull'aggiornamento dei piani pandemici, sul rapporto di Zambon e altre questioni. "Sono amareggiato e stupito", dice lui all'Adkronos. "Ho sempre dato la massima disponibilità e una completa informazione sulle mie conoscenze. Forse alcune informazioni sono un pò tecniche e non sono state comprese o andranno spiegate meglio". Guerra si presentò spontaneamente in procura nel pieno della bufera mediatica, nonostante l'Oms avesse opposto l'immunità diplomatica per i suoi esponenti. "È stata chiesta una rogatoria di cui non conosco i contenuti - aggiunge Guerra - quando sarò chiamato dai magistrati risponderò".

Esultano i familiari delle vittime di Bergamo

Si dicono invece soddisfatti i familiari delle vittime di Bergamo. "Siamo molto contenti, è la conferma che i pm stanno indagando in modo approfondito e il coronamento al lavoro che stiamo facendo in questi mesi", spiega l'avvocato Consuelo Locati, capo del team dei legali dei familiari delle vittime. La procura bergamasca intanto continua la sua indagine: nei mesi scorsi la Finanza ha bussato al ministero della Salute per recuperare documenti e dispositivi informatici di alcuni alti esponenti di viale Lungotevere Ripa 1.

Anche il ministro Speranza è stato sentito da chi indaga. Un'altra delle ipotesi su cui lavorano i pm è che allo scoppio della pandemia il ministero abbia "ignorato" il piano pandemico esistente, rallentando così la reazione al morbo.

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