Decreto Dignità, azienda di Treviso rischia di chiudere: lavoro in bilico per 800 dipendenti

È la situazione drammatica e paradossale della Stiga di Castelfranco Veneto, che paga la stretta sui rinnovi dei contratti a termine voluta da Di Maio

Operai al lavoro in fabbrica
Operai al lavoro in fabbrica

Altro che decreto Dignità, è una pioggia di licenziamenti. Un’azienda di Treviso, infatti, rischia di dover lasciare a casa la bellezza di 800 dipendenti a causa della stretta sui rinnovi dei contratti a termine voluta da Di Maio.

È la storia, raccontata da Il Gazzettino, della Stiga di Castelfranco Veneto, che vive di 150 lavoratori a termine e 550 indeterminati. Tutti indispensabili, anche quelli stagionali, per mantenere alta competitività dell’impresa. E anche i 550 assunti rischiano seriamente il posto. Sì, perché la multinazionale che guida la ditta produttrice di trattorini e strumentazioni tosaerba sembra intenzionata a trasferire l’attività altrove, verso Est.

L’allarme lo lancia lo stesso vicepresidente, a capo del reparto di risorse umane, che al quotidiano locale si sfoga così: "Ho 150 lavoratori che ho già utilizzato con contratti a termine che vorrei assumere anche nella prossima stagione, ma non potrò farlo e queste persone non avranno il loro posto di lavoro in questa azienda, se il decreto resta così com’è, perché dovrei apporre ai loro contratti delle causali che mi esporrebbero ad un rischio di contenzioso elevatissimo.

E se perdo quel contenzioso, in via teorica, mi potrei ritrovare con 150 dipendenti a tempo indeterminato full time, a cui non avrei la possibilità di dare lavoro. Oltre a penali, sanzioni e altri aspetti economici. Quale azienda di può assumere questo rischio?".

Speriamo che il suo appello arrivi, e venga ascoltato, dalle giuste orecchie in quel di Roma.

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