Il gup di Roma ha rinviato a giudizio ventuno persone per omicidio e sequestro di persona: i fatti risalgono tra il 1973 e 1978, nell’ambito del cosiddetto "Piano Condor", l’accordo di cooperazione portato avanti dalle dittature di sette paesi e finalizzato all’eliminazione di qualunque oppositore al regime (sindacalisti, intellettuali, studenti, operai e esponenti di sinistra). Il processo avrà inizio il prossimo 12 febbraio alla Corte d’assise di Roma.
Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Alessandro Arturi che ha fatto cadere per tutti, per un vizio di procedibilità, il reato di strage contestato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo.
Il gup ha disposto "il non luogo a procedere" a carico di tre imputati, perché deceduti nel frattempo dalla richiesta di rinvio a giudizio, e ha stralciato la posizione di altri nove, già processati e condannati definitivamente nei loro paesi, con trasmissione degli atti al ministero della giustizia affinché valuti se debbano o meno essere giudicati in Italia. Su altre quattro persone il giudice ha disposto l’acquisizione delle pronunce all’estero dei primi due gradi di giudizio per capire se si tratti degli stessi fatti contestati a Roma.
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