Disabile dileggiato, nei guai due agenti di polizia locale di Maglie

I due agenti ono indagati per istigazione al suicidio, violenza privata e interruzione di pubblico ufficio

Disabile dileggiato, nei guai due agenti di polizia locale di Maglie

Sono stati indagati dalla Procura di Lecce per istigazione al suicidio, violenza privata e interruzione di pubblico ufficio. Si tratta di due agenti di polizia locale di Maglie, M.M. e M.B., rispettivamente di 53 e 52 anni. I responsabili che da tempo avevano preso di mira un disabile, sono finiti nei guai a causa di un video da loro stessi realizzato nel pieno dell'orario lavorativo e fatto poi girare sul servizio di messaggistica istantanea, Whatsapp. I due, però, non avevano messo in conto che, come spesso accade, il frutto della loro bravata sarebbe presto diventato virale. Risale a venerdì 24 maggio la prima perquisizione effettuata dai Carabinieri della compagnia locale nelle abitazioni e negli uffici degli agenti al fine di rinvenire elementi utili (computer, cellulari e altre apparecchiature) per la verifica e il chiarimento di ogni aspetto di questa disdicevole vicenda. Nel video incriminato il disabile parcheggia la sua bicicletta nell'androne di un palazzo storico magliese usato fino a poco tempo addietro come luogo di sosta dei mezzi della polizia locale. Qui, dopo essersi accorto che qualcuno aveva smontato la ruota anteriore della bici, capisce che i responsabili sono proprio M.M. e M.B.

I due iniziano così a prenderlo in giro. "Non è che sei arrivato con una ruota sola?". Questa una delle frasi proferite tra risate, minacce e improperi di varia natura. Entrambi si sono giustificati dicendo che si è trattato solo di uno scherzo e che non avevano alcuna intenzione di danneggiare in nessun modo il malcapitato. Ma il disabile non l'ha presa bene e ha addirittura manifestato intenti suicidi dopo aver saputo che sui social circolavano le sue immagini. Un gesto vile sul quale sta cercando di fare luce la Procura che aveva già aperto un fascicolo a carico degli indagati. In un esposto, infatti, si raccontano altre vicende che vedono protagonista l'invalido.

Gli agenti più volte lo avevano fotografato per poi postare sui social gli scatti. Questi erano accompagnati da battute, bare e croci. Il malcapitato ha altresì sofferto per la nomea di menagramo affibiatagli dai due persecutori.

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