Disabili dimenticati a San Siro, ​dal Comune solo promesse

I lavori al Meazza, nell'area destinata ai disabili, non sono stati avviati. Comune e società avevano assicurato: "Tutto pronto dopo Natale"

Disabili dimenticati a San Siro, ​dal Comune solo promesse

Le promesse del Comune di Milano e della società M-I Stadio (che gestisce San Siro) ai tifosi disabili di Inter e Milan, ancora una volta, non sono state mantenute. I lavori al Meazza dovevano essere portati a termine durante la pausa natalizia, ma ad oggi non sono stati neppure avviati. La barriera che impedisce ai ragazzi in carrozzina di vedere le partite della squadra del cuore è sempre lì e nessuna pedana, che sollevi il piano di calpestio delle sedie a rotelle, è stata installata. Intanto l’ufficio stampa dell’assessore allo Sport, Roberta Guaineri, prende tempo per fornire risposte, e dallo stadio assicurano che da un giorno all’altro si darà inizio alla tanto attesa ristrutturazione in basso al primo anello arancio che – se tutto va bene – sarà conclusa per fine febbraio. Ma i tifosi in carrozzina stentano a crederci: "Dovevano svolgere i lavori durante la pausa estiva, poi durante quella natalizia. Ora siamo a fine gennaio e continuiamo a sentire parole senza vedere fatti".

A spiegare i motivi del rinvio all’inizio della stagione calcistica era stato l’ufficio stampa dell’Inter: "C’è un problema tecnico legato alla posa del fondo che non può essere calpestato e va lasciato riposare per alcuni giorni. Per questo bisognerà attendere la sosta natalizia, durante la quale la pedana verrà installata". La responsabilità del nuovo rinvio sarebbe da imputare, un'altra volta, ai tempi tecnici necessari. Il progetto di ristrutturazione, di cui si parla da oltre dieci mesi, sarebbe stato depositato in Comune solo dopo la metà di dicembre, e approvato dall’ente proprietario del Meazza nel corso della seconda settimana di gennaio. Per partire coi lavori mancano la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e l’individuazione della ditta a cui appaltarli. A pagare saranno i club. Il perché lo avremmo voluto chiedere al Comune, che lo scorso anno ha sborsato più di 23 milioni di euro per le ristrutturazioni concordate con la Uefa in occasione della finale di Champions League disputata a Milano il 28 maggio.

Ma se davvero le attività partono a giorni, come sarà possibile conciliarle con i match della stagione in corso? Secondo una fonte vicina alla stadio, la pedana sarà realizzata a pezzi, non tutta e subito come detto inizialmente, ma progressivamente, a scapito di un certo numero di posti in basso al primo anello arancio che, di partita in partita, risulteranno inaccessibili. Almeno fino a quando, si spera a fine febbraio, i lavori non saranno conclusi. Allora i posti, sulla nuova pedana alta 35 centimetri, saranno in tutto 100. Accanto o dietro a ogni disabile ci sarà lo spazio per l’accompagnatore. Al momento non è dato sapere se i tifosi in carrozzina potranno accaparrarsi il posto, magari pagando un abbonamento a un prezzo ridotto, né che fine faranno i 6 posti in alto al primo anello arancio che hanno già ospitato altrettanti disabili, ma che, almeno in questa fase, sono stati utilizzati per i "disabili vip", cioè quelli che per esempio sono invitati dagli sponsor. Non sarebbe escluso che vengano aperti a tutti, ma sul punto non c’è chiarezza.

I 106 posti totali che dovrebbero essere a disposizione alla fine della ristrutturazione restano comunque insufficienti, secondo a tutte le normative vigenti. Si spera che la loro qualità risulti migliore di quella attuale, almeno il sacrificio sarà servito a qualcosa.

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