La procura della Repubblica di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per trentadue indagati al processo per il naufragio della Norman Atlantic, il traghetto affondato la notte del 28 dicembre 2014, dopo un incendio scoppiato a bordo causato da un camion frigorifero. Il fatto avvenne al largo delle coste albanesi. La nave è ormeggiata davanti al terminal crociere del porto di Bari dal febbraio 2015 sotto sequestro probatorio.
Trentuno le vittime del naufragio, dodici i morti accertati e diciannove i dispersi in mare; sessantaquattro i feriti. A bordo del traghetto c'erano cinquecento passeggeri.
Alla sbarra finiranno il legale rappresentante della "Isemar", la società proprietaria del traghetto, Carlo Visentini, i due legali rappresentanti della greca Anek Lines, noleggiatrice della motonave, le stesse società, il comandante Argilio Giacomazzi e ventisei membri dell'equipaggio. Tutti sono accusati a vario titolo di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime, violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione. Secondo i pubblici ministeri non sarebbero state rispettate alcune pratiche nelle operazioni di evacuazione dal traghetto. Ciò avrebbe, quindi, causato la morte dei passeggeri e lo stesso naufragio.
Sei componenti dell'equipaggio avrebbero abbandonato la nave prima dei passeggeri non assicurando, così, il salvataggio e la messa in sicurezza degli stessi passeggeri.
Secondo le indagini, il camion frigo da cui è partito il rogo era parcheggiato senza il rispetto delle regole relative alla sosta dei camion a bordo del natante. Sulla nave pare ci fossero centoventotto tir in sosta senza un progetto preciso. Inoltre l'sos per l'incendio a bordo sarebbe partito con venti minuti di ritardo, quando ormai le fiamme erano indomabili.
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