La disperazione del turismo di Jesolo: "Siamo subissati di disdette, allontanate i richiedenti asilo"

Gli operatori turistici di Jesolo sono allo stremo: dopo la scoperta del focolaio Covid nel centro migranti sulla spiaggia piovono le disdette. Ora si chiede l'allontanamento dei richiedenti asilo politico

La disperazione del turismo di Jesolo: "Siamo subissati di disdette, allontanate i richiedenti asilo"

È scontro a Jesolo tra le associazioni degli operatori del turismo e la politica. La cittadina veneta che, più di altre, vive di turismo estivo, quest'anno è economicamente in ginocchio. La pandemia mondiale ha decimato i turisti sul litorale veneto, solitamente di provenienza straniera più che nazionale. Come se non bastasse, sulla spiaggia e a due passi dagli hotel più prestigiosi di Jesolo è stato allestito un centro migranti gestito dalla Croce Rossa. Qui, nei giorni scorsi si sono verificati diversi casi di positività. Ora gli operatori chiedono rispetto e che venga smantellata la struttura di accoglienza.

"Dal momento in cui si è avuta notizia della presenza all'interno della Croce Rossa di numerose persone positive al Covid-19, noi operatori turistici siamo stati letteralmente subissati di disdette nonché di richieste di informazioni relativamente alle condizioni di sicurezza delle nostre spiagge e delle nostre strutture ricettive", si legge nella lettera. Amorino De Zotti ha scritto al Ministero dell'Interno e per conoscenza alla Regione e alla Prefettura. De Zotti è un albergatore ed è il presidente di uno degli stabilimenti balneari del litorale di Jesolo. Con la sua lettera si rivolge a chi ha autorità sul centro migranti di via Levantina, direttamente affacciato sull'arenile, chiedendo che venga chiuso e che la struttura venga riqualificata a uso turistico.

La preoccupazione da quelle parti è molto alta. A luglio sono state rilevate 42 positività all'interno del centro e sono ancora 12 i migranti positivi dell'ultima tornata di tamponi effettuati. Nei giorni scorsi, inoltre, sono scoppiate anche delle rivolte all'interno della struttura. I disordini nascono dagli stranieri che non vogliono sottostare al regime di isolamento obbligatorio previsto per il contenimento dell'epidemia.

Le parole di Amorino De Zotti, che si è fatto portavoce di cittadini e imprenditori, sono accorate: "La legittima e sacrosanta tutela dei diritti e degli interessi dei richiedenti asilo politico, oggi ospitati all'interno della Croce Rossa di Jesolo, non può e non deve passare attraverso il sacrificio dei diritti di migliaia di persone, che a diverso titolo lavorano all'interno del Comune, traendo sostentamento dal turismo, fonte primaria dell'economia di tutto il litorale".

La città di Jesolo, al pari delle altre, ha dovuto fermare tutto a marzo nel pieno dei lavori necessari per la riapertura della stagione estiva. De Zotti rivendica l'impegno di tutti nel rispettare quanto chiesto dallo Stato ma ora chiede che venga fornito il supporto per la nuova emergenza. "Tutte le forze politiche di Jesolo sono concordi nella necessità che si provveda all'immediato allontanamento dei richiedenti asilo politico", conclude De Zotti. La sua richiesta è che la lettera non venga strumentalizzata politicamente ma venga presa in considerazione dalle autorità, "affinché si possa dare a Jesolo e ai suoi cittadini la possibilità di continuare a svolgere l'attività turistica con serenità e profitto".

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