La frattura nel M5S (e nel governo) si fa sempre più grande. La zattera dell'esecutivo gialloverde traballa a causa delle forti onde provocate dal dl Sicurezza tanto voluto da Salvini e malvisto dai "duri e puri" del Movimento. Letensioni ci sono, inutile nasconderlo. I "dissidenti" non intendono votare il decreto del ministro dell'Interno che reputano troppo duro sul fronte immigrazione. E se in un primo momento gli 81 emendamenti presentati in Commissione erano scomparsi con tante rassicurazioni di Di Maio, ora la fronda è uscita allo scoperto. Con Nunges, De Falco e Fattori che non paiono intenzionati a votare a favore del provvedimento. Anche qualora il governo decidesse di apporre la fiducia.
A Radio Cusano Campus è Gianluigi Paragone a provare a riportare all'ordine i dissidenti pentastellati. "I dissidenti mi devono dire se alla fine della scrittura quel decreto è migliore rispetto all'inizio - attacca l'ex conduttore - Io sono sicuro che il decreto uscito dalla stanza di Salvini in origine, lunedì arriverà in parlamento con dei correttivi. E parte di questi correttivi ha il germe del dibattito partito da Nugnes, De Falco e Fattori, però dobbiamo intenderci: o sono i principi, oppure le bandierine. Quindi se è un discorso di bandierine De Falco, Nugnes e Mantero allora non va bene".
Il discorso è chiaro. E per farlo arrivare meglio a chi di dovere, Paragone decide di citare la famosa frase pronunciata dal comandante nella notte drammatica della Concordia al Giglio: "A De Falco dico, parafrasando il dialogo con Schettino: la smetta cazzo! Se lui richiama la Costituzione e vuole mandare tutto gambe all'aria perché lui dice di essere garante della Costituzione - aggiunge - gli voglio ricordare che la Costituzione è il faro per tutti e nella Costituzione c'è scritto: dignità, lavoro, tutela del risparmio e dei diritti. Dentro l'azione di questo governo trovo provvedimenti che vanno nel segno della Costituzione. Non vorrei che De Falco stesse facendo una battaglia solo in termini di visibilità".
Ora resta da capire se i circa 50 dissidenti M5S, guidati dai loro frontman, riusciranno o meno a mettere i bastoni tra le ruote a Salvini.
I due vicepremier smentiscono tensioni tra i partiti di governo, ma la Lega non intende fare passi indietro sul tema sicurezza e immigrazione. Di Maio lo sa e per questo sta cercando di riportare a più miti consigli i suoi parlamentari. Solo il tempo ci dirà se l'operazione gli riuscirà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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