Doppio libretto per i transgender. Le università milanesi si adeguano

Una pratica che in realtà è stata inaugurata nel 2003 dall'università di Torino e poi dall’Alma Mater di Bologna e dalla Federico II di Napoli

Doppio libretto per i transgender. Le università milanesi si adeguano

Le università italiane si adeguano ai transgender. Che non avranno più problemi di identità e di privacy. Come? Col doppio libretto. Una pratica che in realtà è stata inaugurata nel 2003 dall'università di Torino e poi dall’Alma Mater di Bologna e dalla Federico II di Napoli. L'anno scorso era stato poi il Senato Accademico dell’Università di Padova a riconoscere il diritto del doppio libretto. E così, adesso anche le università Statale e Bicocca di Milano stanno pensando di adeguarsi e stanno studiano nuovi regolamenti che verranno sottoposti agli organi accademici.

"La legge permette di modificare il nome all’anagrafe soltanto dopo il cambio di sesso con intervento chirurgico, ma non

tutti arrivano a questa scelta. E i giovani all’interno dell’università devono potersi autodefinire", dice Camilo Teillier Villagran, responsabile Lgbt nel sindacato studentesco Rete della conoscenza al Corriere della Sera.

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