Draghi salva l'Italia (e Verdini salva Renzi)

SuperMario parla, le Borse resuscitano. E Ala, di fatto, entra nel governo

Draghi salva l'Italia (e Verdini salva Renzi)

Vecchio mazzo, nuova partita. Matteo Renzi bara, mischia e ridà le carte. Il 2016 battezza, di fatto, una nuova maggioranza di governo. Dopo il voto sull'eutanasia del Senato arriva l'equo compenso per i profughi verdiniani con una manciata di vicepresidenze in commissioni parlamentari che contano, quelle dove si fanno conti e affari. Ed è con questo primo mercato di gennaio, a cui seguirà un rimpasto di governo per bilanciare e accontentare tutti, che comincia a prendere forma il quadripartito della nazione. Nel frattempo il renzismo non dimentica di portare avanti l'opera di occupazione dello Stato, che va dalla Rai alla sanità, passando per i servizi segreti.

C'è posto per tutti quelli che vogliono morire democristiani rossi ma di nuova generazione, con tutti gli optional più o meno sporchi della storia italiana. Il partito della nazione è un organismo geneticamente modificato, che si regge su quattro pilastri: famiglia, amici, magistrati complici e traditori. Se fosse un film avrebbe a che fare con il lato oscuro della forza. Il guaio è che non è una saga di fantascienza. È una storia meno epica, più meschina è drammaticamente reale. Insomma, è molto peggio, perché il principio fondamentale è far finta di salvare l'Italia per farsi gli affari propri. Renzi carica sempre di più la maschera del gradasso per spaventare l'Europa, il suo obiettivo è conquistare consensi, o magari sviare l'attenzione dagli intrecci di malacarne in banca Etruria, ma a pagare il conto saranno gli italiani.

Così mentre il premier si scaglia contro Juncker e la Merkel, tocca al povero Draghi salvare Borsa e banche italiane dagli speculatori che assaporano già la paura di una preda che non sa dove scappare.Renzi naturalmente, anche a Porta a Porta, continua a tirare bordate lungo tutto il continente e nega che ci sia un rimpasto di governo. «Verdini non è entrato in maggioranza. La maggioranza costituzionale è sempre più ampia di quella politica, tutte le volte che votiamo sulle riforme ci sono maggioranze un po' diverse. Non vedo la notizia». Certo, lui non la vede, ma i suoi compagni di partito come Speranza, alfiere della minoranza Pd, gli dicono chiaramente in faccia di venire a spiegare in Parlamento quello che sta accadendo.

Perché la vecchia maggioranza nata senza il battesimo del voto non c'è più e la nuova è ancora più clandestina. E con Speranza speriamo che se ne accorga anche il presidente Mattarella e batta un colpo. Prima che sia troppo tardi.

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