Prosegue la mattanza silenziosa degli agenti della Polizia penitenziaria. A distanza di poco meno di 24 ore, due guardie si sono tolte la vita, uno in Toscana e l’altro in Campania.
Il primo tragico episodio s’è registrato a Massa quando, nel primissimo pomeriggio di lunedì scorso, un agente di 47 anni, originario di Santa Maria Capua Vetere nel casertano, ha deciso di togliersi la vita nel penitenziario locale sparandosi un colpo alla testa con l’arma d’ordinanza. La seconda tragedia s’è consumata a Napoli, dove un’altra guardia carceraria in servizio presso il carcere di Poggioreale, 50enne, ha deciso di farla finita impiccandosi in casa sua.
A giugno, un altro suicidio s’è registrato a Triste dove a scegliere di rinunciare alla vita è stato un agente di 32 anni. Come riportarono i sindacati di categoria in quell’occasione, nell’ultimo trienno si sono suicidati più di quaranta agenti e, dal 2000 a oggi, i casi di suicidio che hanno interessato i membri della Polizia Penitenziaria sono stati più di cento.
Il Sappe, sindacato degli agenti penitenziari, lancia l’ennesimo grido d’allarme: “'L’amministrazione Penitenziaria non può continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Non si può pensare di lavarsi la coscienza istituendo un numero di telefono - di Roma! - che può essere contattato da chi, in tutta Italia, si viene a trovare in una situazione personale di particolare disagio. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria.
Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un'apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell'Amministrazione Penitenziaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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