A conferma del fatto che l'Italia è un Paese particolarmente portato alla commedia e la politica dispone di comici insospettabili, da un paio di giorni gira sui social un post ufficiale del Partito democratico contro l'«Occupazione del servizio pubblico»: «La destra sta uccidendo Rai3». Il motivo? Due programmi di Rai3 saranno condotti da giornalisti non nominati dal Pd. Due programmi. Estivi. E la chiamano «occupazione» (invece che legittima lotta di «liberazione»). E così continua la lagna su TeleMeloni biascicata da quelli che da 45 anni lavorano a TeleBaffone.
È dal dicembre 1979, nascita di Rai3, che prima il Pci e poi i suoi figliocci lottizzano anche l'appalto delle macchine del caffè nei corridoi della Rai. E adesso accusano gli altri di occupazione. È una cosa che fa più ridere del meme che scioglie l'acronimo Pd in «Poltrone&divani». Quelli che non vuole mollare.
E in effetti è davvero preoccupante questa Rai3 militarizzata da pericolosi meloniani come Damilano (il cui programma Il cavallo e la torre è più fazioso che inutile), la Bortone, Ranucci, Iacona, la Sciarelli, Pif (sì, c'è anche Pif, non si sa perché, ma c'è) e che compra da Loft, società del Fatto quotidiano, il programma La Confessione condotto dal direttore del Fatto
quotidiano online Peter Gomez il quale intervista il direttore del Fatto quotidiano cartaceo, Marco Travaglio.Cosa che dimostra come TeleMeloni sia, rispetto a TeleCantieTeleSuoni, un fulgido esempio di libertà d'espressione.
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