E la Chiesa difende pure la moschea abusiva

Il sindaco di Cantù, Edgardo Aroosio, diffida gli islamici da usare un capannone senza permessi. Il prete si intromette: "La libertà religiosa e di culto sia garantita"

E la Chiesa difende pure la moschea abusiva

Samo a Cantù, provincia di Como. Nella città governata dalla Lega Nord c'è una moschea abusiva messa in piedi da una associazione islamica. Il sindaco Edgardo Aroosio, ligio a suo dovere, manda una diffida al rappresentante della comunità musulmana, Assalam, Omar Bourass, perché lo stabile dove vanno a pregare dopo alcuni controlli dei vigili è risultato essere usato come luogo di preghiera sebbene il capannone non possa essere usato come luogo di preghiera.

Come spiega La Verità, a ribellarsi alla diffida del sindaco, che si è mosso perché non è "pervenuta a codesta amministrazione" alcuna "richiesta per l'utilizzo di spazi o aree pubbliche", non sono stati solo i musulmani e i rappresentanti della comunità islamica. Ma anche il prete. Don Fidelmo Xodo, infatti, ha detto che "pur non conoscendo molti particolari della vicenda, esprimo la mia solidarietà alla comunità islamica di Cantù, multietnica e moderata, che per celebrare la Festa del sacrificio ha dovuto affrontare ostacoli di carattere burocratico e ideologico. Sono convinto che la libertà religiosa e di culto, come scritto nella Costituzione, debba essere garantita dallo Stato e dai Comuni anche alle minoranze.

Mi auguro che i canali di dialogo aperti negli anni precedenti possano servire a risolvere per tempo i problemi, anche relativi agli edifici di culto, senza creare tensioni e contrapposizioni, favorendo un contesto di amicizia sociale".

E così la Lega Nord ha lanciato una provocazione al prete: perché non ospita lei i musulmani in locali della parrocchia?

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