La strage silenziosa di anziani nelle rsa della Regione "rossa"

Si moltiplicano i numeri degli anziani positivi al coronavirus nelle Rsa della Toscana dove, dall'inizio dell'epidemia si contano già 159 morti nelle case di cura

La strage silenziosa di anziani nelle rsa della Regione "rossa"

Non si arresta la corsa del virus nei centri per anziani. I contagi aumentano giorno dopo giorno. Si moltiplicando i decessi e sembra di assistere ad una strage che rischia di portarsi via una fetta di popolazione innocente. Quella degli over 70. Inermi davanti a tutto questo. Innocenti come tutte le vittime del Covid19. Dopo l’ecatombe milanese la minaccia arriva anche in Toscana, dove oggi sono 149 i morti nelle case di cura e più di mille i contagi.

Numeri, distribuiti su tutta la Regione, che conta 332 Rsa attive su tutto il territorio. Dai primi di marzo la Regione si era aggiornata con nuove disposizioni, sulla base dei decreti nazionali. Tutto blindato. Era questa la regola numero uno. I dirigenti delle case di cura hanno dovuto sbarrare le porte anche ad amici e parenti. Lasciando gli anziani spaesati e chiusi nei loro centri comuni in attesa di rivedere le persone che amano. Persone che qualcuno non è più riuscito a vedere.

Eppure, quella sembrava l’unica soluzione per proteggere la vita dei pazienti, ma qualcosa dev’essere andato storto. A metà marzo, i primi casi. Una donna muore nella casa di riposo di Comeana, a Prato, dopo giorni di isolamento e agonia. Con lei inizia la strage silenziosa della casa di cura nel pratese. Sei ospiti morti, altri 17 anziani contagiati, 15 operatori positivi al tampone. Una catena di contagi inarrestabile. Tanto da far scattare la prima indagine penale in Toscana. Gli anziani ospiti nella Rsa non superavano la trentina. Più della metà, ha contratto il virus. Adesso, sarà la procura a stabilire cosa possa aver portato al dramma, con un’inchiesta sul mancato contenimento della diffusione del contagio del coronavirus.

Un caso, quello di Comeana, che sarebbe dovuto essere un capitolo su cui fare chiarezza. Una brutta storia da dimenticare. E invece si è rivelato l’apripista per altri centinaia di casi. Da nord a sud della Regione le residenze per anziani hanno iniziato a perdere i primi pazienti e collezionare contagi alla velocità della luce. Una catena che ha prodotto dati incredibili.

Numeri che fanno male. In una Rsa di Bucine, nell’aretino sono 17 gli operatori contagiati, 24 i pazienti affetti da coronavirus e già si contano 10 decessi. In una struttura di Montevarchi, sempre in provincia di Arezzo, sono arrivati a 40 i positivi, 3 gli ospiti che hanno perso la vita. Preoccupante anche la situazione all’interno della casa di risposo di Sarteano, nel senese, dove in 41 sono risultati positivi al tampone e il virus ha già fatto 7 vittime. A Gambassi Terme l’apice, 32 anziani su 35 hanno contratto il coronavirus.

Persone fragili, alcune anche affette da altre patologie, diventate terreno fertile per il virus che sta mettendo in ginocchio l’Italia. Uomini e donne che per troppo tempo hanno dovuto subire il triste clichè che toglieva dignita alle loro vite. "Tanto muoiono solo i vecchi", pensavano in tanti. Era come diventato una sorta di scudo per chi ancora si aggirava per le strade delle città indisturbato, senza protezioni, convinto che, quella del coronavirus, fosse tutta una bufala gonfiata dai media. Eppure, nonostante gli anziani fossero già stati individuati come la preda più facile da attaccare per il virus la realtà sembra raccontare che qualcuno non li ha protetti abbastanza.

È nelle zone tra Lucca, Pisa e Livorno che il dramma si fa ancora più grande. Secondo i dati dell’ASL Nord Ovest, sarebbero 63 i decessi solo in quella zona che rischiano di aumentare considerati i 411 tamponi positivi. Uomini e donne che, a loro insaputa, per giorni sono stati una minaccia per chi viveva sotto il loro stesso tetto. Tanto che, adesso, molte strutture sono state costrette a spostare i propri pazienti sani per allontanare il rischio contagio e attrezzare l’intera struttura per la cura dei malati Covid.

Ma la lotta silenziosa degli anziani al virus potrebbe essere iniziata molto prima. Quando ancora il numero dei casi di Covid19 accertati era molto ridotto considerato il basso numero di tamponi effettuati. Quando ancora il coronavirus veniva scambiato per un'influenza. Confermerebbe quest’ipotesi un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità effettuato attraverso un questionario, al quale hanno risposto 60 rsa della regione su 82 prese a campione. Secondo i dati del “Survey nazionale sul contagio Covid-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie” dall’inizio dell’emergenza nelle rsa della Toscana sono morte 331 persone. Di queste, circa un terzo (101), presentavano sintomi compatibili con il coronavirus. Sempre considerando le sole 60 strutture su 332. Dati che porterebbero la Toscana al quarto posto tra le regioni più colpite per quanto riguarda le residenze sanitarie, dietro a Lombardia (934), Emilia Romagna (176) e Veneto (125).

Intanto continua la corsa al tampone. Nessuno è escluso dai test, operatori sanitari, medici, pazienti. Ma la macchina sembra andare lenta.

A singhiozzi. I tamponi non bastano e i laboratori di analisi sono in sovraccarico. Le verifiche procedono, ma i risultati arrivano sempre troppo tardi. E a quel punto si può solo salvare il salvabile. Mettere una toppa qua e là.

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