Il sospetto diffuso è questo: Benedetto XVI interviene nel dibattito pubblico quando "non può tacere". Una lettura che però si presta a facili strumentalizzazioni contro l'operato del Papa regnante. E allora diviene necessario ponderare bene ogni considerazione al riguardo. Di sicuro c'è come Joseph Ratzinger, dalla rinuncia di sette anni fa in poi, abbia detto la sua in numerose circostanze. Un atteggiamento che non è mai stato condiviso da chi si dice certo che l'emerito abbia pronunciato una specie di promessa di silenzio, che in realtà non è mai stata enunciata.
Lo ha ricordato anche Il Foglio nell'edizione odierna, riportando una delle frasi mediante cui il "mite teologo" bavarese ha salutato per sempre il soglio di Pietro:"Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre" . La parola "silenzio", a ben vedere, non è presente nel virgolettato. Figurarsi una promessa di tacere.
Il fatto che in Vaticano si stia ragionando di una riforma della figura del pontefice emerito ben si presta ad alimentare le analisi di chi, in questo presunto dualismo papale, intravede una certa dose di confusione. Ma il quadro dipendente dalla "cooabitazione" è davvero così confusionario? Quando il papa emerito ha inoltrato un messaggio per i funerali del cardinale Meisner - quello della "barca", ossia la Chiesa cattolica, che "sta per capovolgersi", più di qualcuno ha pensato che Benedetto XVI volesse accusare Francesco di aver messo a rischio la tenuta dell'imbarcazione. Solo che Joseph Ratzinger ha usato quella metafora in più circostanze, anche nel corso del suo pontificato, aggiungendo come "Il Signore" non permetta mai che la barca affondi davvero. Certo, Meisner era uno dei firmatari dei dubia su Amoris Laetitia, ma da qui a sostenere che Benedetto XVI volesse contrapporsi a Jorge Mario Bergoglio ce ne passa. Anche nel libro scritto a quattro mani con Sarah viene rimarcata la subordinazione filiale al vescovo di Roma. E Ratzinger, in questi anni, ha scritto in modo chiaro che il Papa è uno solo. Di esempi se ne potrebbero fare molti. Quello più esemplificativo, come ha ripercorso anche la fonte sopracitata, riguarda la "lettera tagliata". Una costante, cercando una motivazione sintetica in grado di spiegare i perché dietro l'interventismo emerito, esiste.
Come spiegato in questo articolo su IlGiornale.it, e sempre da Il Foglio nella giornata odierna, a Ratzinger sembra interessare soprattutto che la corrente teologico-progressista, la stessa che si è sempre contrapposta al conservatorismo ratzingeriano, che è emanzione ed espressione diretta del pontificato di San Giovanni Paolo II, prenda il sopravvento. Bisogna insomma tornare alla acredini del Concilio Vaticano II. La Germania è, tra quelle ecclesiastiche, la patria della diatriba teologica. Non è un mistero che i teologi più influenti di questi ultimi decenni siano due e siano entrambi tedeschi: Walter Kasper e Joseph Ratzinger. Il papa emerito è intervenuto pure quando si è trattato di difendere i "suoi", nel senso dei consacrati tedeschi conservatori: il cardinale Mueller, per esempio, che per Benedetto XVI ha "difeso la tradizione". Mueller, com'è noto, non è stato confermato da Papa Francesco come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Difendere i "suoi", quindi, ma anche ancorarsi al Depositum Fidei, tanto dal punto di vista dogmatico quanto da quello delle regole ritenute sempre valide, si veda il celibato, quando si tratta di evitare che la diga teologica costruita durante due pontificati venga meno. Come potrebbe accadere a causa del "concilio interno" dell'episcopato teutonico, che è in corso e che potrebbe sconvolgere parte della prassi ecclesiastica, con aperture più o meno palesi sulla ordinazione di uomini sposati o con la modifica, del tutto territoriale, di alcune certezze catechetiche.
Alla fine del 2019 è emerso pure come Benedetto XVI volesse coadiuvare la nascita di una fondazione tesa allo sviluppo del giornalismo cattolico. Dove? In Germania ovviamente. Per i tradizionalisti Papa Francesco è uno degli strumenti che i progressisti, tedeschi o no, utilizzano per far passare certi messaggi.
Per Ratzinger Bergoglio è il Papa della Chiesa cattolica, che deve restare una e non troppo simile a quella protestante, che è la strada verso cui il cardinale Marx ed altri sembrano procedere. E questo, in fin dei conti, è il motivo principale per cui Benedetto usa "rompere il silenzio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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