Ecco perché il (nuovo) virus H5N8 può minacciare la salute globale

Oltre al Covid-19, la salute globale potrebbe essere minacciata da una pandemia causata dal virus aviario H5N8 che ha già colpito 7 coltivatori in Russia. "Monitoraggio costante per evitare ricadute disastrose"

Ecco perché il (nuovo) virus H5N8 può minacciare la salute globale

Dopo la pandemia da Covid-19 nulla è più scontato o va sottovalutato, specialmente in un'epoca di globalizzazione come la nostra: il nuovo virus aviario H5N8 fa paura perché potrebbe rappresentare una seria minaccia per la salute globale.

Cosa dicono gli scienziati

A lanciare l'allarme sono stati due ricercatori cinesi due ricercatori cinesi con un articolo pubblicato su una delle più importanti riviste scientifiche mondiali, Science (qui lo studio originale), i quali ripercorrono la storia dell'aviaria sottolineando come, ancora oggi, questa tipologia di virus sia la causa di "focolai in tutto il mondo sia nel pollame d'allevamento che negli uccelli selvatici, con massiccia mortalità". Tutto ha inizio con l'H5N1 che, nel corso degli anni, si è "riassortito" geneticamente nei suoi corrispettivi H5N2, H5N5, H5N6 ed H5N8, quello che interessa a noi, perché è stato dimostrato che "attraversano la barriera delle specie, trasmettendo ai mammiferi, compreso l'uomo. L'Eurasia e l'Africa stanno vivendo una nuova ondata di focolai di H5Ny AIV altamente patogeni. Il potenziale zoonotico degli AIV garantisce un monitoraggio costante e vigile per evitare ulteriori ricadute che potrebbero provocare pandemie disastrose", scrivono gli scienziati cinesi.

"Primi casi segnalati a dicembre"

Un comunicato stampa dell'American Association for the advancement of Science (AAAS) che accompagna l'articolo dei due ricercatori, sottolinea come "l'emergere e la diffusione globale del virus dell'influenza aviaria (AIV) H5N8, un patogeno che ha causato epidemie continue e in corso con un'enorme mortalità negli uccelli selvatici e d'allevamento in tutta l'Eurasia e in Africa durante il 2020, rappresenta una notevole preoccupazione per la salute pubblica, in particolare considerando che i primi casi umani di infezione da H5N8 sono stati segnalati per la prima volta lo scorso dicembre". I due ricercatori, Shi e Gao, sostengono che una sorveglianza vigile e rigorose misure di controllo delle infezioni per questi virus emergenti sono fondamentali per evitare "ulteriori ricadute umane che potrebbero provocare nuove e devastanti pandemie".

Così si diffonde il virus animale

A causa della pandemia Covid-19, le misure di prevenzione e controllo, tra cui mobilità ridotta, maggiore uso di mascherine e maggiore distanziamento e disinfezione sociale, hanno ridotto drasticamente l'incidenza globale dei virus A e B dell'influenza umana stagionale anche se i dati potrebbero essere sottostimati e dovrebbero essere interpretati con un certo grado di cautela perché la pandemia in corso ha influenzato i comportamenti di ricerca sanitaria, personale di laboratorio e routine negli ospedali sentinella o nei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie ma la stessa cosa non vale per il virus animale. "Tuttavia, gli AIV H5Ny altamente patogeni hanno causato frequenti focolai negli uccelli in diversi paesi nei continenti eurasiatico e africano dalla fine del 2019, specialmente durante la stagione invernale". Come riporta Repubblica, nell'ultimo anno sono state identificate infezioni da H5N8 sia negli uccelli selvatici che nel pollame in almeno 46 Paesi in Europa, Asia e Africa. Sebbene questi focolai abbiano portato alla morte o al massacro di molti milioni di uccelli in tutto il mondo, hanno anche determinato almeno un evento di ricaduta in Russia, dove sette lavoratori degli allevamenti di pollame sono risultati positivi al virus H5N8.

Quali sono i Paesi più colpiti

Nell'autunno e nell'inverno del 2020, l'Eurasia ha registrato un'improvvisa recidiva di H5N8 AIV: mentre nell'agosto 2020 questo virus ha causato focolai in Russia sia nel pollame che uccelli selvatici e le regioni colpite si sono estese al Kazakistan a metà settembre, nell'ottobre 2020 una nuova ondata di focolai di H5N8 nel pollame e negli uccelli selvatici è stata segnalata in diversi paesi europei tra cui Danimarca, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito. Nel frattempo, in Medio Oriente (Israele) e nell'Asia orientale (Giappone e Corea del Sud) si sono verificati focolai di H5N8 nel pollame e/o negli uccelli selvatici.

"A causa della migrazione a lunga distanza degli uccelli selvatici, dell'innata capacità di riassortimento degli AIV (influenza aviaria, ndr), dell'aumentata capacità di legame del recettore di tipo umano e della costante variazione antigenica degli HPAIV, è imperativo che la diffusione globale e il rischio potenziale degli AIV H5N8 l'allevamento di pollame, la fauna aviaria e la salute pubblica globale non vengano ignorati - sottolineano i ricercatori - Pertanto, la sorveglianza degli HPAIV negli allevamenti di pollame, LPM e uccelli selvatici dovrebbe essere ripristinata al livello precedente alla pandemia Covid-19 o superiore".

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