Dal "digiuno a staffetta" per protestare contro i porti chiusi di Matteo Salvini alle "sardine" il passo è breve. E infatti i "preti di strada" non si sono smentiti, manifestando prossimità agli anti-salviniani del movimento nato nelle piazze italiane e arrivando persino a condividere la strategia di fondo, che è anzitutto quella della rimostranza pubblica.
Nel corso di queste ore, gli appelli si sono moltiplicati. Prima di oggi c'era stata qualche adesione formale, come quella di Suor Giuliana Galli, che non si è limitata alla banale approvazione. Padre Bartolomeo Sorge, gesuita, aveva persino paragonato il simbolo dei primi cistiani con quello utilizzato dalle "sardine". Ieri, poi, è stato il turno della "simpatia" provata dall'ex segretario della Cei Nunzio Galantino. I virgolettati dell'ex vertice dei vescovi sono arrivati attraverso una trasmissione andata in onda su Radio Capital, Ma è in queste ore - magari proprio in virtù dello sdoganamento di Nunzio Galantino - che la questione sembra divenire sempre più seria e partecipata. Perché c'è una parte di Chiesa cattolica che non intende nascondere di condividere le preoccupazioni di chi - in queste settimane - continua a far parlare di sè, pur contestando un partito politico che siede all'opposizione.
Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, è lecito raccontare di come padre Alex Zanotelli - da sempre considerato vicino a posizioni progressiste - abbia invitato le nuove generazioni ad alimentare una vera e propria azione "contro l'odio", rimarcando pure come sia necessario "più coraggio". La scorsa estate padre Alex Zanotelli si era fatto promotore, assieme ad altri "preti rossi", di quel "digiuno a staffetta" sopracitato. Bisognava garantire l'accoglienza dei migranti. Adesso il governo è cambiato, così come l'atteggiamento nei confronti di coloro che cercano rifugio sulle nostre coste, ma le istanze di Zanotelli sono sempre le stesse. E puntano comunque a contrastare l'ex ministro dell'Interno e la sua piattaforma ideologica.
Poi c'è il caso di Don Sigurani, che ha constatato come, dal suo punto di vista, la "situazione" sia "grave". Quindi le "sardine" e il loro modo di declinare sul pratico quel sentimento sono più che utili. Un altro di questi preti che ha già dato prova di vicinanza alle sardine è Don Biancalani, che è però finito in una sorta di bufera mediatica derivante dall'esecuzione di "Bella Ciao" nella chiesa in cui è incaricato. Le convinzioni sono comuni, mentre la novità - come premesso - è rappresentata dalla costanza con cui questi ecclesiastici distribuiscono giudizi positivi. In alcuni casi, sembra che i consacrati vogliano premiare solo la partecipazione politica dei giovani.
In questo senso, per esempio, possono essere interpretate le parole del segretario di Stato, il cardinal Pietro Parolin. In altri, invece, si può arrivare ad immaginare un'alleanza organica tra alcuni emisferi clericali e le "sardine". E le "sardine" incassano sostegno, nonostante la loro provenienza idealistica non appaia troppo compatibile con quello che la Chiesa cattolica ha, almeno negli anni passati, espresso in termini valoriali.
Si pensi, per esempio, alle battaglie del cardinal Camillo Ruini per i "valori non negoziabili". Lotte che sembrano distanti anni luce dalle priorità del sardinismo, che guarda da tutt'altra parte.La storia però è cambiata. E magari anche l'Ecclesia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.