Le scene che ci siamo abituati a vedere in Val di Susa, con la gendarmerie che senza troppi complimenti rispediva in Italia i migranti che provavano ad attraversare la frontiera nei pressi di Bardonecchia e Claviere, ormai appartengono al passato. Dopo l’annuncio della sanatoria voluta dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, l’Italia da terra di mezzo si è trasformata in meta ambita per chi è partito dal continente africano per cercare fortuna in Europa.
Lo dimostra il fermo, nella notte tra martedì e mercoledì, di alcuni stranieri che tentavano di attraversare il confine nei pressi della galleria del Frejus. Almeno tre persone, che con il favore delle tenebre si sono incamminate sui binari dell’alta velocità della tratta Torino-Modane, all’altezza di Bardonecchia. Uno di loro, un marocchino, come si legge su La Stampa, è stato bloccato e riammesso in Francia. Gli altri sono riusciti a dileguarsi una volta messo piede all’interno dei confini italiani.
Quello di ieri non sarebbe un caso isolato. Stando alle informazioni raccolte da Repubblica, martedì scorso un gruppo più ampio, composto da 22 migranti, è stato intercettato sul treno Parigi-Lione diretto nel nostro Paese. Non arrivano solo dalla Francia, ma anche da altri Stati europei, tutti con la speranza di poter ottenere un lavoro e un permesso di soggiorno in Italia. Uno scenario nuovo che ha fatto scattare, lunedì scorso, una riunione tra le autorità franco-italiane a Modane.
"Se prima i controlli erano (e restano) forti dall'Italia verso la Francia, da almeno una settimana c'è una novità, i mezzi pubblici che provengono dalla Francia vengono perquisiti accuratamente da un plotone di guardie tutte italiane", riferiscono su Facebook anche gli antagonisti del rifugio autogestito di Chez Jesoulx, oggetto ieri di 17 misure cautelari di divieto di dimora per i reati di invasione di edifici e violazione di domicilio, relativi all’occupazione nel 2018 della Chiesa della Visitazione di Maria Santissima di Claviere e della casa cantoniera Anas di Oulx, trasformate in rifugi per assistere chi attraversa illegalmente il confine.
"La polizia – continua il post degli attivisti pro-migranti - parla di controlli da Coronavirus, ma, anche se teoricamente le frontiere sono chiuse per tutti, casualmente le persone che vengono fatte scendere dal TGV sono sempre visibilmente non-europee". Scene che, testimonia il gruppo, si ripetono quasi ogni giorno a Bardonecchia. "Che tutti questi nuovi controlli siano legati alla sanatoria?", si chiedono dal Rifugio Autogestito. È una domanda retorica. "Lo Stato - accusano poche righe più sotto - sta cercando di limitare il rientro da altri Paesi europei di chi spera nella regolarizzazione".
Poi l’avvertimento ai migranti: "Per chiunque cerchi di rientrare in Italia alla ricerca della regolarizzazione, si ricordi che i treni probabilmente non sono un buon mezzo di trasporto". A dieci giorni dall’entrata in vigore della sanatoria per i migranti irregolari il numero di domande presentate non supera le 10mila. Una cifra che ha spinto molti a parlare di provvedimento flop. Ma c’è anche chi crede che la misura rappresenti un fattore di attrazione per chi in questi anni non è riuscito a trovare una sistemazione altrove.
"Di questa sanatoria io vedo solo il pull factor, che ha incentivato le partenze attraverso un effetto calamita sull'immigrazione clandestina, generando una vera e propria invasione", ha detto ieri Eugenio Zoffili, deputato leghista e presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, Europol e Immigrazione, commentando le parole della ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, intervenuta in audizione nella stessa commissione bicamerale.
Sarebbe proprio la prospettiva di poter ottenere un permesso di soggiorno a spingere centinaia di migranti non solo ad imbarcarsi in numero sempre maggiore
dalle coste libiche – sono più del doppio quelli arrivati nel mese di maggio 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – ma anche a fare dietrofront e tornare in Italia dagli altri Paesi europei.
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