Le elezioni sono alle porte e in Emilia Romagna la partita si giocherà soprattutto sulla sanità, settore che occupa gran parte delle risorse regionali. Tra Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini già nei mesi scorsi erano volate scintille, con il governatore uscente impegnato a difendere il "modello emiliano" e la sfidante decisa nel sottolinearne le lacune che intende colmare in caso di vittoria. Oggi un nuovo motivo di scontro diventa quanto successo ieri notte Lizzano in Belvedere, paese sull'Appennino non lontano da Porretta Terme. Qui una donna ha accusato i dolori dovuti alla gravidanza ed ha chiamato il 118, solo che i soccorsi sono arrivati dopo circa 40 minuti.
A denunciare quanto accaduto è stato il Comitato in difesa dell'Ospedale di Porretta Terme. "Intorno alle 6 - spiega Emanuela Cioni - la donna è rimasta ad attendere che i soccorsi arrivassero. Fortunatamente non era un parto in emergenza perché la donna non era ancora in travaglio". Questa la ricostruzione dei fatti: "La centrale del 118 - continua la presidente del Comitato - ha quindi allertato l’ambulanza Gaggio 1 la quale a sua volta ha avvisato l’auto medica di Marano, ma la centrale operativa del 118 ha preferito attivare l’elisoccorso. Purtroppo dopo 20 minuti dall’attivazione, l’elisoccorso non ha potuto raggiungere la donna a causa di un improvviso guasto. Di conseguenza allora è stata riattivata l’auto medica di Marano, la quale in collaborazione con l’ambulanza ha trasportato la donna all’Ospedale Maggiore".
Le polemiche sui punti nascita
Le polemiche riguardano, ovviamente, la chiusura del punto nascite di Porretta Terme, considerato dal Comitato "un grande errore da parte dell'azienda e della Regione". Un presidio che "è arrivato il momento" di riaprire perché "non vogliamo case parto e/o ostetriche a domicilio". "Il decreto 70, in merito al trasporto in emergenze, dice con chiarezza che l'elisoccorso è un mezzo integrativo e non sostitutivo all'ambulanza e all'auto medica - attacca Cioni - Di notte l'elicottero atterra nelle piazzole, quindi inevitabilmente si allungano i tempi di interventi sui pazienti. La chiusura dei punti nascita nelle zone montane è molto sentito, ma la politica in questi anni si è dimenticata di noi, privando il nostro territorio, l'Appennino, di un luogo dove nascere e quindi vivere".
Le reazioni politiche
L'episodio ha sollevato un vespaio di polemiche. "Ecco l'efficienza della sanità in Emilia Romagna - attacca, ironico, il deputato di FdI Galeazzo Bignami - Automedica bloccata, elicottere fermo, ambulanza senza infermieri e chiusura punto nascite. Per fortuna si è evitata una tragedia. Ma appunto qua ci si affida alla buona sorte". Duro anche il commento della Borgonzoni: "Per fortuna che, per il Partito Democratico, l'elisoccorso per la popolazione di montagna è la soluzione migliore. Fatti come questo sono la dimostrazione che il sistema Pd (il partito di Bonaccini) in sanità ha prodotto risultati fallimentari".
Sulla vicenda interviene anche Matteo Salvini. "In campagna elettorale il Pd parla di aiutare chi vive sugli Appennini - scrive il leader della Lega - ma poi chiude i punti nascita come quello di Porretta Terme, in provincia di Bologna, col risultato che una signora ha dovuto attendere quasi 40 minuti prima di essere trasferita in un altro ospedale per partorire. Non esistono cittadini di serie B e non si può trattare la Sanità solo con freddi numeri.
Dietro ogni intervento medico ci sono persone e famiglie, e chi vive lontano dalle città non può essere penalizzato. Ci rifletta anche il candidato del Pd Bonaccini, che si vantava delle nuove elisuperfici che avrebbero dovuto coprire tutta la regione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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