Ex combattente ultranovantenne muore aspettando i tempi della giustizia

Aveva chiesto un risarcimento per il ritardo del vitalizio. Il procedimento si chiuderà dopo venticinque anni

Ex combattente ultranovantenne muore aspettando i tempi della giustizia

Sopravvivere alla giustizia italiana non è facile. Non lo è stato per Rosario, classe 1916, che nel 1991 aveva chiesto un risarcimento per il ritardo con cui l'istituto di previdenza gli aveva erogato il vitalizio come ex combattente della seconda guerra mondiale.
Rosario è morto nel 2009 a 93 anni, il processo era in corso, e non saprà mai che solo nel 2016 la corte dei conti avrebbe trattato la sua causa. Chissà cosa avrà pensato negli anni in cui combatteva nella sua trincea per chiedere giustizia, lui che aveva affrontato una guerra durissima per gli italiani. La dura guerra di Grecia, le disfatte nel rovente deserto africano, in Etiopia, nelle nevi gelide della Russia sterminata.
Troppo tardi, l'ex soldato è morto e il giudice non ha altra scelta, attenersi alla legge e pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale la ricerca di eredi “che abbiano lo stesso interesse”.
All'udienza prevista per il 5 luglio scorso in tribunale non si è presentato nessuno.

Scaduti, pertanto i novanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il giudice ha dovuto dichiare chiuso il procedimento.
A Rosario, così, non è bastata una vita per vedere estinta la sua causa. Ha combattuto due guerre, perdendole entrambi.

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