Da Facebook al parrucchiere: ecco come Elena Ceste era tenuta prigioniera in casa

La relazione del perito: "Il marito si è mostrato scaltro, calcolatore"

Da Facebook al parrucchiere: ecco come Elena Ceste era tenuta prigioniera in casa

"Si è sempre dimostrato intuitivo, eclettico nella gestione degli imprevisti, incline a rimediarvi, rapido, forte, determinato, distaccato. Si è mostrato scaltro, calcolatore, malizioso nelle domande formulate, pronto a carpire informazioni da usare ai suoi scopi, a sondare lo stato delle indagini per adattarvi le sue dichiarazioni e pilotare quelle degli altri". È la descrizione di Michele Buoniconti, marito di Elena Ceste, contenuta in una relazione di un perito richiesta dal pubblico ministero e riportata dal settimanale Giallo.

Il marito era il carceriere geloso della moglie. E così Elena Ceste era diventata prigioniera in casa propria. "È emersa una vera e propria coartazione emotiva, oltre che una labilità affettiva e una disforia", scrive il perito.

Che poi aggiunge che il vigile del fuoco aveva impulsi incontrollabili e soffriva di "personalità disturbata di tipo ossessivo e compulsivo" con eccessiva: "preoccupazione per l'ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale".

Secondo quanto riporta Giallo, il marito era geloso del tempo che la moglie passava connessa su Facebook e le aveva impedito persino di andare dal parrucchiere.

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