Fake news, sarà più facile riconoscerle e cancellarle

La settimana scorsa è stato condiviso dalla Commissione europea il nuovo Codice rafforzato di buone pratiche sulla disinformazione

Fake news, sarà più facile riconoscerle e cancellarle

La settimana scorsa è stato condiviso dalla Commissione europea il nuovo Codice rafforzato di buone pratiche sulla disinformazione. Si tratta di un insieme di regole che alcuni tra i principali colossi del web (Meta, Google, Twitter, TikTok e Microsoft), ma anche piattaforme più piccole o specializzate, agenzie pubblicitarie on-line, società di tecnologia pubblicitaria, verificatori di notizie e rappresentanti della società civile hanno sottoscritto e si impegnano a rispettare per contrastare efficacemente la circolazione di fake news e assicurare agli utenti del web una navigazione sempre più sicura. Brillano invece per assenza Apple e Telegram, ma l’elenco dei firmatari potrà essere nel tempo ampliato, anzi tra gli auspici dei promotori c’è proprio quello di sensibilizzare altri soggetti della Rete affinchè aderiscano.

La spinta del conflitto russo-ucraino

La guerra tra Russia e Ucraina ha rimesso al centro delle preoccupazioni europee il tema della disinformazione, in particolare di quella a sfondo propagandistico, che punta a manipolare l’opinione pubblica e a orientarne il giudizio verso direzioni predeterminate. Il Codice presentato la settimana scorsa è figlio di questi timori, così come nel 2018 la sua prima versione rispondeva al tentativo di frenare l’ascesa delle forze populiste alle elezioni europee del maggio 2019. Nonostante la debolezza dell’apparato sanzionatorio, quel Codice di condotta fu rispettato dalle piattaforme web e social e scongiurò il rischio che i populisti prendessero in mano la guida del Vecchio Continente. Nel maggio 2021, anche sulla scorta delle azioni di contrasto alle fake news nell’ambito della pandemia, la Commissione Ue ha pubblicato una serie di orientamenti per combattere la circolazione virale di contenuti falsi o di dubbia autenticità.

Le nuove regole da rispettare

Per “bonificare” l’infosfera e trasformarla in un regno sicuro, trasparente e affidabile, i firmatari del nuovo documento assumono impegni davvero vincolanti, anzitutto quello di fornire agli utenti strumenti ancora più incisivi per riconoscere e segnalare la disinformazione, assicurando loro una navigazione in Rete più sicura. In secondo luogo quello di garantire ai ricercatori un accesso ai dati necessari per poter condurre ricerche approfondite sui processi di disinformazione, sempre nel rispetto del GDPR e della regolamentazione in materia di privacy e trattamento delle informazioni riservate.

Obiettivo: impoverire i siti di notizie false

Nel nuovo Codice sono previste misure per una effettiva “demonetizzazione” dei siti che veicolano fake news. Privarli, infatti, del serbatoio economico alimentato dai proventi pubblicitari vuol dire indebolirli e depotenziarne gli effetti devastanti che possono avere sulla formazione delle opinioni. Altre azioni di contrasto alle fake news inserite nel nuovo Codice sono: remunerare meglio i verificatori delle notizie; assicurare la trasparenza della pubblicità politica; intensificare gli interventi sui nuovi comportamenti manipolativi (bot, deepfake, account fasulli); monitorare costantemente l’attuazione del Codice da parte dei firmatari, in particolare delle grandi piattaforme.

Queste ultime, se non attueranno misure di mitigazione del rischio e si riveleranno “pigre” nell’attuazione delle pratiche previste per contrastare efficacemente la circolazione di notizie false, rischieranno multe fino al 6% del loro fatturato globale.

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