Fame, stanchezza e malattie. Poi sbarcano donne e bimbi

L'attesa delle due navi davanti a Pozzallo, in serata via libera dal governo. "Monte Sperone", è allarme scabbia

Fame, stanchezza e malattie. Poi sbarcano donne e bimbi

Hanno cantato per qualche ora, forse pensando che il tempo corresse più veloce e che le parole li aiutassero ad affrontare meglio la permanenza a bordo. Poi si sono placati, esausti dal viaggio, rassegnati a stare ancora chissà quanto tempo sul pattugliatore multiruolo Monte Sperone, della Guardia di Finanza e sull'inglese Protector, che fa parte del dispositivo Frontex. I migranti prelevati l'altro ieri da un barcone che ne portava in tutto 450, arrivato quasi a Linosa, sono ancora sulle due navi militari, di fronte al porto di Pozzallo. L'Italia non ha ancora autorizzato lo sbarco, nonostante il premier Giuseppe Conte avesse annunciato, già da sabato sera, che alcuni Paesi europei stanno rispondendo all'appello di redistribuzione degli immigrati. Al momento hanno dato il loro assenso Francia, Malta, Germania, Spagna e Portogallo che ne prenderanno 50 ciascuno.

Forse la domenica di vacanza e il fatto che ieri vi fosse la finale dei mondiali di calcio ha rallentato le decisioni, anche se il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, da Mosca ha rilasciato dichiarazioni che fanno pensare che si sta occupando costantemente del caso. «Non siamo più il campo profughi del mondo», ha fatto sapere rispondendo anche alle polemiche scatenate dopo le dichiarazioni del premier della Repubblica Ceca, Andrej Babis, che ha fortemente criticato l'approccio italiano al problema. La certezza è che quelle due navi continuano a girare in tondo, in attesa di ricevere ordini. Il fatto è che la situazione è tutt'altro che calma. La maggior parte dei migranti mostra segni che fanno pensare, come confermato dal personale medico, che abbiano la scabbia. Almeno il 90% di loro ha sintomi chiari. Ieri sul Monte Sperone si sono registrati tre casi di persone con febbre alta, una decina con piaghe infettive e ad alto rischio, probabilmente affette da malattie gravi. Per questo 16 donne e 11 bambini, nel pomeriggio sono stati fatti sbarcare. Perché reggere ancora ore e ore a bordo, per i più deboli, era impossibile e alcuni di loro erano fortemente disidratati. In serata, il premier Conte è andato oltre, autorizzando lo sbarco di tutte le donne e i minori.

A questa gente è stato offerto poco cibo: un pezzo di pane a testa, una merendina, dei succhi di frutta, degli omogeneizzati. Sono quasi tutti etiopi e tra loro c'è solo qualche siriano. Gente che viene per lo più da terre in cui si muore di fame, ma dove non ci sono guerre. Li chiamano migranti economici, quelli che la maggior parte della gente dice andrebbero aiutati nelle terre di provenienza, con investimenti ad hoc.

Anche il personale di bordo inizia ad avere qualche problema. Nonostante i turni, la stanchezza si fa sentire. Indossano tutti mascherine, guanti e tute protettive, ma la paura di contrarre qualche malattia è forte. Ciò nonostante fanno il loro lavoro, eseguono ordini, con lo spirito di servizio che li contraddistingue, ma con l'ansia di chi, poi, deve tornare a casa dalla propria famiglia con la paura di aver preso qualche morbo. E poi c'è il sole a non facilitare la situazione, tanto che la parte esterna che ospita i migranti è stata coperta con dei teli che possono ripararli. Ieri notte, invece, sono state distribuite delle coperte isotermiche, in grado di scaldare durante le ore notturne.

Qualche immigrato ha raccontato del viaggio, lungo e disagiato. Hanno parlato di condizioni disumane. Quando i soccorritori li hanno visti si sono accorti che qualcuno beveva acqua di mare: avevano finito l'acqua.

La terraferma è lontana lo spazio di un «sì» che arrivi da chi deve dare l'ordine allo sbarco. Dopodiché i migranti saranno rifocillati e curati. E poi molti di loro potranno partire per altre nazioni. Sperando che domani non ce ne siano altri, su un altro barcone, da soccorrere.

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