Festa della donna, web controcorrente: "Basta con le mimose"

Sui social network spopola il tema della parità tra i sessi ma quest'anno inizia a serpeggiare l'idea che l'8 marzo sia una festa obsoleta rimasta ormai senza alcun significato. Cosa ne pensi? Vota il sondaggio

Festa della donna, web controcorrente: "Basta con le mimose"

Anche quest'anno l'8 marzo è arrivato. E sono passati più di cento anni da quell'8 marzo del 1908 in cui, come da leggenda, morirono in un incendio in fabbrica centinaia di donne. In realtà l'istituzione della Giornata internazionale per i diritti delle donne è più recente e risale al 1921 per volontà della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste. Secondo alcuni la data fu scelta persino da Lenin che voleva riconoscere il ruolo femminile nella lotta allo zarismo. In Italia la Feste della donna venne festeggiata per la prima volta l'anno successivo e nel dopoguerra, forse anche a causa delle sue origini politiche, la reale nascita della Giornata si perse.

Ma nel 2012, dopo le lotte femministe e per la parità dei sessi, ha ancora senso festeggiare le donne? A leggere sul web sembrerebbe che a snobbare mimose e auguri siano proprio le donne.

Su Twitter, l'hashtag #8marzo spopola, ma tra gli auguri appaiono messaggi del tipo: "Già il fatto che ci sia una giornata per ricordare che esistiamo è preoccupante...". Soprattutto se la festa si limita a cene "in rosa", strip tease maschili e magari "rimorchio facile". E le cerimonie delle istituzioni, le parole pompose dei politici, le tante parole sull'importanza dei diritti delle donne - diritti che dovrebbero essere scontati in quanto rappresentanti del genere umano - non aiutano certo a migliorare la percezione che questa sia una festa ormai vuota e inutile.

Per fortuna in Italia, dal 1908 ad oggi, la condizione femminile è migliorata. Una donna che non faccia la casalinga o la maestra non stupisce più. Guidano camion, autobus, sono manager. Non hanno nemmeno bisogno di quote rosa per affermarsi sul lavoro. Nonostante i mille ostacoli che una società che fa ancora poco per colmare il gap lavorativo tra i due sessi. Nonostante le discriminazioni sui salari, sulla possibilità di carriera o le dimissioni in bianco. Nonostante la mancanza di asili nelle aziende o di una vera ed efficace politica per la famiglia.

Passi in avanti si possono fare e anzi si devono fare, soprattutto contro gli abusi sessuali e la violenza sulle

donne. Ma certi diritti si raggiungono soprattutto con un'educazione della società che certo non si ottiene con le parole e le dimostrazioni di solidarietà una volta all'anno. Insomma, basta con le mimose. Passiamo ai fatti.

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