"Corleone by Lucia Riina". È la scritta che campeggia in piccolo sul tendone di un ristorante aperto da poco a Parigi in Rue Daru, non lontano dall'Arco di Trionfo. Lucia Riina è proprio lei, la figlia del boss Totò, nota per le polemiche suscitate dopo essersi vista rifiutare il bonus bebè da parte del Comune di Corleone. Dove ora si è alzato un polverone. Il neo sindaco Nicolò Nicolosi ha detto: "È inaccettabile che chi ha massacrato Corleone, contribuendo a marchiarla in maniera infame, oggi possa usare il nome del paese per trarne vantaggio economico".
In effetti, sulla facciata verde e marrone del ristorante "a base di specialità siciliano-italiane" spunta non solo il nome del paese noto per avere dato i natali a supermafiosi del calibro di Totò Riina, ma addirittura lo stemma del comune in provincia di Palermo: un leone in posizione eretta con i contorni dorati, simbolo di forza e regalità, mentre afferra un cuore ardente. È stata la stessa Lucia Riina ad annunciare su Facebook, con evidente soddisfazione, l'inaugurazione del locale. "Vita nuova dallo scorso autunno a Parigi", uno degli ultimi post pubblicati sui social dalla 39enne che, evidentemente, si è trasferita nella Ville Lumière insieme al marito Vincenzo Bellomo. Il cui nome, come ricorda Il Fatto Quotidiano, compariva in un pizzino trovato a casa di un altro importante capomafia, Bernardo Provenzano.
L'apertura del nuovo locale rappresenta il nuovo capitolo della saga che ormai da diversi anni oppone la figlia del boss morto il 17 novembre 2017 allo Stato italiano. Qualche tempo fa, Lucia Riina aveva minacciato di chiedere la revoca della cittadinanza italiana dopo il rifiuto opposto dal Comune corleonese di concederle il bonus bebè. Intanto, su internet si possono leggere le prime recensioni del ristorante, quasi tutte positive. Non importa che la donna non abbia mai preso le distanze dalla sua famiglia, dicendosi onorata di portare il cognome del padre.
Il neo sindaco di Corleone, commentando la notizia dell'apertura a Parigi del ristorante, ha commentato: "Negli anni abbiamo assistito spesso all'abuso del 'marchio' Corleone, servito per promuovere beni di ogni tipo. Se questo uso viene fatto da aziende in regola, da persone perbene per far conoscere nel mondo le eccellenze del territorio, non possiamo che esserne felici.
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