Un film targato Netflix sul conclave del 2013. Questa l'ultima novità cinematografica riguardante la chiesa cattolica, le sue trame e i suoi retroscena, prevista per l'anno corrente e, con ogni probabilità, visionabile nel 2018. "The Pope" racconterà la fine del pontificato di Benedetto XVI, l'addio di Ratzinger e la conseguente elezione dell'allora cardinal Bergoglio. Antony Hopkins, premio oscar nel 1992 per "Il silenzio degli innocenti", sarà il Papa tedesco. Ad interpretare Papa Francesco, invece, sarà Jonathan Pryce, conosciuto dal grande pubblico per il suo ruolo in Games of Thrones e sorprendentemente somigliante all'attuale Vescovo di Roma. Il film è sceneggiato da Anthony McCarten, già autore de "La teoria del tutto" e del testo teatrale da cui è tratta questa produzione. Il regista, invece, sarà Fernando Meirelles, che ha già diretto, tra gli altri, "City of God" e "The Constant Gardner". Il primo ciak è previsto in Argentina per novembre. La critica cinematografica già parla di una pellicola riguardante "i due Papi".
Il conclave del 2013 è stato oggetto di una serie di ricostruzioni. Secondo quanto scrisse Elisabetta Piqué, giornalista de La Nacion ed autrice del libro "Francisco, vida y revolución", durante il pomeriggio del 13 marzo, si sarebbe verificato un intoppo nel quinto scrutinio. Nella conta dei voti, infatti, sarebbe risultato un biglietto in più dei 115 previsti. Differentemente da quanto riportato in molte cronache, poi, Josè Maria Bergoglio ebbe più di qualche difficoltà ad essere eletto. Il vaticanista argentino Andrés Beltramo Álvarez ha parlato al riguardo di una crescita progressiva della candidatura. L'alternativa al cardinale argentino, secondo la maggior parte delle ricostruzioni, fu Angelo Scola, ma l'allora arcivescovo di Milano pare non sia mai arrivato sopra la soglia dei quaranta voti. Ma dei "due Papi" si potrebbe parlare ancora. In riferimento al conclave del 2005, ad esempio, quando, secondo il diario anonimo di qualche porporato, a contendersi la successione di Giovanni Paolo II, furono proprio Ratzinger e Bergoglio. Scrisse il vaticanista Lucio Brunelli: "Alle 11 si procede alla seconda votazione del mattino prevista dal regolamento. E le speranze della minoranza sembrano sul punto di diventare realtà. Ratzinger cresce ancora, da 65 a 72. Gli mancano appena 5 voti per diventare il 264° successore dell'apostolo Pietro. Ma anche Bergoglio cresce, da 35 a 40. Supera di poco, ma la supera, la soglia che rende matematicamente impossibile l'elezione di Ratzinger. Se i sostenitori dell'arcivescovo di Buenos Aires decidessero compatti di resistere ad oltranza, alzando le barricate a quota 40, il cardinale tedesco potrebbe raggiungere al massimo 75 voti. E vedrebbe così sfumare l'elezione per appena due voti". Insomma se di Ratzinger contro Bergoglio si deve parlare, non tanto in termini dottrinali quanto in quelli di competizione per l'elezione al soglio pontificio, si potrebbe dover tornare indietro nel tempo, esattamente al penultimo conclave. Quello nel quale la candidatura di Martini non avrebbe avuto il peso raccontato successivamente, in funzione di un'altra alternativa a colui che sarebbe diventato Benedetto XVI: il cardinal Bergoglio.
Lo sceneggiatore del film "The Pope" si sarebbe soffermato anche sulle differenti
visioni del mondo dei due Papi e sulle diverse origini personali. Se esiste uno scontro tra ratzingeriani e bergogliani, insomma, non è chiaro, ma che siano esistiti due Papi molto differenti, si potrà verificare al cinema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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