Il giorno del ricordo delle vittime delle foibe si avvicina e la storia si ripete. Non quella delle uccisioni sommarie, ma quella degli oltraggi ai monumenti che danno il giusto risalto ad una pagina buia del secolo scorso. Il monumento ai martiri delle foibe di Marghera è stato imbrattato: sono comparse scritte in vernice rossa e un simbolo con falce e martello.
Nemmeno l'orrore degli omicidi sommari ha fermato gli ideologici vandali. Il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, ha denunciato la viltà di tale atto: "Il solito gesto infame - ha detto - che rende più attuale il Giorno del Ricordo". "Come quasi ogni anno, come infami nel buio, anche quest'anno - sottolinea Bettin al Gazzettino -, un po' in anticipo sui tempi, gli imbrattatori della stele ai Martiri delle foibe, nella piazza omonima di Marghera, si sono fatti ripresentati la scorsa notte e hanno provveduto a insozzare il monumento in vista della Giornata del Ricordo della tragedia delle foibe e dell'esilio degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia". "Ovviamente, ripuliremo subito - ha promesso - E ovviamente, nessuno si farà intimidire o impressionare da questo gesto vigliacco; anzi, esso conferma l'attualità dell'iniziativa che ogni anno si ripete in tutta Italia e che nella nostra città ha, da sempre, un particolare significato".
"Gli imbrattatori non lo sanno - conclude - ma la loro sortita ormai stucchevole anche se non meno odiosa, è una specie di omaggio rituale che gli sconfitti con disonore, quali essi sono, rendono a chi, dalla Storia, ha infine avuto ragione".
Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini: “Ancora una volta - ha dichiarato Venturini - qualche vigliacco ha deciso di insultare la memoria, il dolore delle persone e la storia. La tragedia delle foibe e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati, per troppo tempo colpevolmente dimenticata, è ormai una verità storica.
Non saranno simboli del passato carichi di violenza, a cancellare il ricordo degli esuli e dei martiri dell'Istria e della Dalmazia. La storia va avanti e con essa il ricordo e il rispetto di chi ha patito sofferenza e morte”."La vernice si cancella, la storia no", ha concluso Venturini. Non c'è molto altro da aggiungere.
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