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Coronavirus, Fontana: "Nuova ondata a ottobre"

Da Roma solo briciole. Sulla zona rossa: il premier Conte vuole scaricare le colpe su di noi

Coronavirus, Fontana: "Nuova ondata a ottobre"

Il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, non è certo uno che le manda a dire. Si è detto orgoglioso della sanità lombarda, che reputa la migliore, senza ombra di dubbio. Già, perché in Lombardia ci siamo praticamente arrangiati da soli a combattere la gravissima epidemia da coronavirus in atto.

Da Roma solo briciole

Fontana, parlando a Radio Padania, ha sottolineato di aver ricevuto da Roma solo briciole, in un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza. Ha poi aggiunto: “Noi ce la siamo cavata con le nostre risorse, senza alcun tipo di aiuto se non in minima parte". Una vergogna che sia arrivata solo un piccolo aiuto rispetto a ciò che la Regione aveva chiesto a Roma. Egli ha inoltre sottolineato che “se noi non ci fossimo dati da fare autonomamente, avremmo chiuso gli ospedali dopo due giorni. Il numero di mascherine che ci arrivavano dalla Protezione civile non ci avrebbe consentito di aprire gli ospedali". Insomma, ancora una volta la Lombardia se l’è dovuta cavare da sola, con i suoi mezzi, senza praticamente l’aiuto del governo.

Fontana orgoglioso della sanità lombarda

Alcuni studiosi pensano ci si possa aspettare un ritorno del coronavirus a ottobre e novembre, insieme al virus influenzale. Bisogna quindi prepararsi a una nuova emergenza tra qualche mese. “Noi ci siamo preparati, la nostra risposta finora è stata una risposta alla drammatica emergenza improvvisa. Abbiamo dovuto affrontare uno tsunami, è partito tutto con una violenza mai vista. La nostra sanità non è una delle migliori, è la migliore. Se quello che è successo nella nostra regione fosse successo altrove non so come sarebbe finita. Io mi posso solo dire orgoglioso" ha rivendicato il governatore lombardo.

Conte tenta di scaricare la colpa

Ha voluto anche rispondere a ciò che il premier ha detto in proposito della mancata istituzione della zona rossa nella provincia di Bergamo. E cioè che "se la Lombardia voleva la zona rossa nel Bergamasco poteva disporla". Facile a dirlo, un po’ meno a farlo, come ha voluto precisare Fontana, che giudica queste parole del presidente del Consiglio come un modo per scaricare le colpe. “Come faccio io che non ho titoli, a interrompere, a bloccare un diritto costituzionalmente protetto.

Due: anche se l'avessi disposta, con quali forze dell'ordine avrei potuto chiudere la zona rossa, tenuto conto che non ho a mia disposizione polizia, carabinieri, guardia di finanza e neppure l'esercito?", il governatore ha infine aggiunto che "noi a Conte l'abbiamo chiesta questa zona rossa, il comitato tecnico in cui siede un nostro rappresentante ha vibrantemente insistito".Probabilmente la partita non si chiuderà qui. Siamo solo all’inizio.

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