Fortuna, spunta un nuovo testimone: "Sagoma del corpo disegnata in punto sbagliato"

A due anni dalla morte della piccola Fortuna Loffredi, un nuovo testimone ha deciso di parlare in anonimo. "Il corpo di Chicca si trovava più distante da quello che hanno ipotizzato i Ris. Lei non è mai caduta dalla finestra"

La mamma della piccola Fortuna Loffredo con la foto della figlia  di sei anni
La mamma della piccola Fortuna Loffredo con la foto della figlia di sei anni

A meno di 48 ore dalla seconda udienza del processo che vede imputati Raimondo Caputo, detto Titò, e la sua ex convivente Mariana Fabozzi, sul caso Fortuna si fa avanti un nuovo testimone.

Raimondo Caputo deve rispondere di omicidio volontario e abusi sessuali, mentre la Fabozzi è imputata di omessa vigilanza sulle figlie e di non aver impedito che Titò abusasse di loro. Ma ora, dopo mesi di indagini, piste false e rivelazioni, spunta un misterioso testimone, le cui dichiarazioni potrebbero sconvolgere l'intera inchiesta e addirittura bloccare il processo.

In anonimo, il testimone ha raccontato a IlMattino la sua versione dei fatti: "Come ho già detto in televisione a Mattino Cinque, il punto dove si sarebbe schiantata la bambina non è quello dal quale sono partite le indagini. Io, una signora che quella mattina del 24 giugno del 2014 stava stendendo il bucato, un ragazzo che si trovava sul balcone di casa a fumare e un altro uomo, all'unisono, abbiamo notato che il corpicino di Fortuna, immobile sul selciato, era a quattro-cinque metri più a sinistra di dove è stata poi disegnata la sagoma dai carabinieri. La posizione del corpo era parallela al muro dell'isolato, con la testa rivolta verso l'interno del cortile e i piedi in direzione opposta. Nessuno ha visto Chicca cadere. E anche la sagoma disegnata sull'asfalto era sbagliata, perché gli investigatori hanno ritenuto che Chicca fosse impattata perpendicolarmente al palazzo. Cioè con la testa parallela al muro e piedi verso il cortile più piccolo".

La testimonianza di questo anonimo, se dovesse essere confermata dalle indagini, potrebbe far prendere una nuova piega al caso. Ma quando il giornalista del Mattino gli domanda perché dopo due anni ha deciso di parlare, esclama: "Ho avuto e ho paura. E anche per un rimorso di coscienza, che si è fatto insopportabile per la recente storia di un presunto caso di pedofilia su una bimba di quattro anni che sarebbe stata abusata, qui nel Parco Verde, dallo zio e dal nonno".

Se queste parole dovessero corrispondere alla realtà, la perizia dei Ris di Roma verrebbe spazzata via. I Ris, infatti, hanno individuato il punto del terrazzo dal quale è stata lanciata nel vuoto la povera Fortuna partendo proprio dalla presunta posizione dell'impatto. Posizione determinata solo da alcune testimonianze, perché la bimba fu immediatamente portata via da un soccorritore (un uomo che abitava al terzo piano dell'Isolato 3, l'unico ad avere i finestroni senza vetri, e che non volle stranamente aspettare la mamma di Chicca che si stava precipitando per le scale ndr). L'uomo, poi arrestato per abusi sulla figlia, è stato condannato, un paio di settimane fa, a dieci anni di reclusione, mentre la moglie, arrestata per lo stesso reato, è stata invece assolta.

Questa nuova posizione del corpicino di Fortuna escluderebbe anche la precipitazione nel vuoto, sia dal terrazzo che da una delle finestre perché su tutta quella verticale, terrazzo compreso, all'epoca non c'erano aperture nei finestroni della tromba delle scale. E allora, analizzando questo nuovo scenario, prenderebbe forza un'ipotesi avanzata da Vincenzo Guardato, il nonno materno di Chicca, che già nelle ore successive alla scoperta dal corpo agonizzante della bambina disse al Mattino che la nipotina era stata uccisa in qualcuno degli appartamenti dell'Isolato 3, e che sarebbe stata portata giù dal suo assassino o con l'ascensore o addirittura a piedi. Aveva anche aggiunto che questa persona l'aveva poi adagiata sul selciato, passando per una porta attigua all'ascensore.

Questo, diceva e ancora conferma il nonno di Fortuna, spiegherebbe anche l'assenza di traumi evidenti sul corpo di Chicca, che era praticamente integro, senza nemmeno un graffio.

L'assassino, o più di uno, avrebbe agito con una relativa tranquillità, perché le scale dell'edificio sono isolate dal resto degli appartamenti, ai quali si accede dai ballatoi tramite porte di ferro che danno sui corridoi delle porte di ingresso delle abitazioni. E dopo estimonianze, arresti e false piste, a due anni di distanza non c'è ancora nessuno che ha visto cadere la piccola Fortuna.

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