Le foto a orologeria e la lezione mai imparata

Cinque anni fa commosse tutti la foto di un bambino morto su una spiaggia turca, un siriano chiamato Alan Kurdi.

Le foto a orologeria e la lezione mai imparata

Cinque anni fa commosse tutti la foto di un bambino morto su una spiaggia turca, un siriano chiamato Alan Kurdi. Attorno a quell'immagine, un intero trust di Ong, di media internazionali, di forze politiche, orchestrò però una campagna per chiedere ancora più immigrazione, e all'Europa di aprirsi totalmente a chi arrivava dal mare. Del resto pochi giorni prima Merkel aveva pronunciato lo slogan Wir schaffen das («ce la possiamo fare») e necessitava di un supporto emozionale per convincere i tedeschi ad accogliere tutti gli immigrati, anche se venivano dai Balcani.

Oggi, benché solo su scala italiana, si ritenta la stessa operazione, con la fotografia di un immigrato morto, incastrato in un canotto alla deriva da giorni nelle acque del Mediterraneo: ieri Repubblica ha lanciato la campagna mediatica, subito raccolta da un buon numero di deputati della maggioranza, capeggiati da Laura Boldrini e Matteo Orfini, favorevoli a rompere gli accordi tra Italia e Libia sull'immigrazione. Non cadiamo perciò nel ricatto morale, la sinistra non possiede il monopolio del cuore e della compassione e anzi non si fa remore (a proposito di sciacallaggio) a sfruttare una morte, come purtroppo ve ne sono tante durante gli attraversamenti, per i propri obiettivi politici: fare aumentare a dismisura gli arrivi e trasformare l'Italia in un gigantesco campo profughi (in realtà, clandestini). È inoltre evidente che se l'Italia rompesse gli accordi con Tripoli il numero di morti durante gli sbarchi aumenterebbe invece di diminuire. Come del resto accadde durante la stagione «generosa» dei governi Letta e Renzi. A meno di non proporre che le nostre navi si rechino a prendere in Libia gli immigrati e li portino tutti qui: ma a questa follia Boldrini e amici non sono ancora arrivati. L'uso strumentale delle immagini può infine generare l'effetto opposto a quello desiderato dagli immigrazionisti, come il caso di Alan ricorda.

Quella foto servì a legittimare l'apertura decisa unilateralmente dalla Germania, una scelta che persino i fan più scatenati della cancelliera tedesca oggi giudicano disastrosa.

Alimentò l'ostilità di un gran numero di tedeschi, fece esplodere il voto all'Afd, obbligò Orbán a difendere il suo Paese chiudendo tutto, diffuse in Africa la convinzione di un'Europa accogliente verso tutti: e i piccoli Alan morti aumentarono, senza che però nessuno li vedesse. Se la sinistra vuole ripetere gli stessi errori...

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