Francesco, Abu Mazen e Peres in preghiera per la Terra Santa

Il Pontefice e i presidenti di Palestina e Israele uniti per invocare la fine dei conflitti in Terra Santa

Francesco, Abu Mazen e Peres in preghiera per la Terra Santa

Insieme per invocare la pace. Papa Francesco in preghiera con i presidenti di Israele e Palestina, Shimon Peres e Abu Mazen. "Tutte le persone di buona volontà - ha invitato il Santo Padre - si uniscano a noi nella preghiera per la pace in Medio Oriente". In un momento in cui i negoziati israeliano-palestinesi ristagnano, nella rispettiva diffidenza dei governi, mentre le tensioni tra le due parti crescono per i programmi di nuove case per i coloni in Cisgiordania - risposta israeliana al governo d’unità nazionale Fatah-Hamas - l’iniziativa di papa Francesco, basata non su istanze politiche ma sulla forza della preghiera come capacità di affratellare le fedi e le popolazioni, risalta agli occhi del mondo come l’unica diretta a rilanciare in questo momento il processo di pace nell’eterno conflitto mediorientale.

Un "vertice per la preghiera" che sembra un piccolo capolavoro di diplomazia. Così il rabbino e l’imam di Buenos Aires (Abram Skorka e Omar Abboud) risultano tra gli Invitati dal Santo Padre al pari di Bartolomeo I, sei cardinali di Curia e alcuni prelati (tra i quali compare per la prima volta il nome di Fabian Pedacchio, da qualche mese primo segretario di Bergoglio) mentre i rappresentanti dell’ebraismo italiano (Renzo Gattegna e Riccardo Pacifici perché il rabbino Di Segni ha fatto sapere di avere altri impegni) risultano nella delegazione israeliana che accompagna Shimon Peres al pari dell’ambasciatore presso la Santa Sede, Zion Evrony, e del rabbino David Rosen, presidente della Lega antidiffamazione. In quella che si vuole come "una pausa della politica", è la forza delle immagini dei due presidenti di Israele e Palestina e del papa che innalzano al cielo la loro invocazione di pace, che piantano insieme un ulivo nel prato triangolare vicino ai Musei Vaticani scelto come luogo "neutro" per la preghiera (immune da segni che avrebbero potuto urtare le sensibilità delle diverse religioni in campo), che si riuniscono poi a colloquio nell’attigua Casina Pio IV dell’Accademia delle Scienze, ad assumere un valore dirompente. Un momento storico, senza precedenti che vede le religioni protagoniste di un avvicinamento che "preceda" la politica, chiamata poi a mettere a frutto l’investimento in fiducia promosso dal capo della Chiesa cattolica insieme ai due presidenti che hanno accolto il suo invito.

"Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver accettato il mio invito a venire qui per invocare insieme da Dio il dono della pace - ha detto Bergoglio - spero che questo incontro sia l’inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide". Nell’invocazione per la pace in ebraico, in particolare, il Papa si è rivolto al "Signore della Pace" e ha invitato i presenti ad "abbattere i muri dell’inimicizia" e "percorrere la strada del dialogo e della pace perché l’amore e l’amicizia trionfino".

Nessuno crede che lunedì possa "scoppiare la pace" in Medio Oriente. Ma l’icona dei due presidenti nella "casa" offerta loro da papa Francesco per pregare insieme non potrà non restare come un atto "fondante" di un nuovo clima.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica