A Genova si sta diffondendo sempre di più il fenomeno delle trappole killer per i cani. Si trovano sparse in vari punti della città, nei parchi e nelle strade. Come spiega La Stampa, sono aumentati i post sui profili social delle persone che vivono con un cane e che hanno fatto emergere questa problematica.
È interessante capire cosa succede nella mente di un individuo che decide di provocare dolore fisico a un cane. Proprio per affrontare la questione da un altro punto di vista e analizzare questi comportamenti feroci. Valentina Ravecca, psicoterapeuta nel centro anti violenza di Chiavari, spiega che chi agisce lo fa per una vendetta “trasversale” perché intende fare male “non all’animale in quanto tale ma al suo umano di riferimento”. Secondo la dottoressa, un’altra ipotesi è quella della vendetta sociale contro i cittadini che contribuiscono a sporcare la città e contro le istituzioni che non prendono provvedimenti verso chi non rispetta le leggi. Ravecca parla di “nucleo psicotico attivo” che porta “o a un comportamento antisociale nel caso di vendetta trasversale o di ossessione delirante nella seconda fattispecie”.
La psicoterapeuta evidenzia che dietro un comportamento aggressivo verso gli animali c’è una persona che ha vissuto esperienze di violenza in famiglia.
Ravecca precisa infatti che questi individui sfogano la propria rabbia su una specie diversa perché è “più facile - continua la psicologa - Si tratta di individui indifesi e anche dal punto di vista legislativo questo tipo di reati spesso rimangono impuniti”.La dottoressa invita coloro che compiono questi gesti a riconoscere la gravità del loro comportamento e a rivolgersi a uno specialista per trovare un modello di riferimento adeguato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.