Si avvia a conclusione un'inchiesta che vede protagonista un architetto romano di 28 anni, accusato di aver abusato sessualmente una 20enne dopo averle somministrato il ghd, ossia la droga dello stupro. I fatti sarebbero accaduti lo scorso novembre in un locale vicino a ponte Milvio, a Roma, dove i due avrebbero trascorso la serata insieme ad altri ex colleghi di università. La procura in questi giorni dovrebbe chiudere l'indagine e per il giovane si profila l'accusa di violenza sessuale.
Il 15 novembre del 2021, dopo oltre un anno di pandemia e finalmente con più possibilità di ritrovarsi in compagnia, l'architetto romano ha organizzato una rimpatriata con i suoi vecchi colleghi di università. Una serata come tante, alla quale ha partecipato anche la 20enne. Era un'occasione per stare nuovamente tutti insieme e raccontarsi i propri progressi nel mondo del lavoro dopo due anni dal conseguimento dell'ambito titolo di studio. Sembrava una serata normale di convivialità quando, stando a quanto ricostruito dalla procura in base alla testimonianza della ragazza, verso fine serata accade qualcosa di anomalo. Il Messaggero riferisce che quando gli altri sono andati via, i due sono rimasti da soli e, avendo ancora voglia di festeggiare, si sono diretti verso il bancone del locale per un ultimo giro di bevuta. L'architetto avrebbe offerto uno shottino alla sua ospite, che da quel momento avrebbe iniziato ad avere ricordi sfumati e poco nitidi.
Non ricorda cosa sia successo dopo, però sa di essersi svegliata a casa dell'architetto il giorno successivo. A quel punto racconta di aver raccolto le sue cose e di essere scappata dall'abitazione. Prima di sporgere denuncia aspetta qualche giorno, durante i quali dice di non essersi sentita troppo bene. Dalle analisi effettuate sul suo sangue non sono risultate tracce sospette. Se anche avesse assunto ghd, dal momento dei fatti erano trascorsi troppi giorni per rilevare sostanze anomale nel sangue. Gli investigatori scelgono di percorrere la via dei testimoni e ascoltano tutti quelli che erano presenti alla cena. Il quadro di fa più chiaro e per la procura sussistono gli estremi per un'accusa di violenza, consumata dopo aver modificato il drink della giovane.
L'avvocato rifiuta l'accusa di violenza e insiste sul rapporto sessuale consensuale, che non sarebbe stato viziato
dalla droga. Le due versioni sono diametralmente opposte e non coincidono nella ricostruzione dopo il drink e il processo, che avrà luogo prossimamente che lo vede accusato dal sostituto procuratore di violenza sessuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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